Cosa sta succedendo in Nigeria?
Non si arresta la mattanza che i terroristi del gruppo Boko Haram stanno infliggendo alle popolazioni del nordest della Nigeria con ambizioni ad essere operativi e colpire anche nel vicino Camerun.
Intervistato dal quotidiano italiano la Stampa, Ignatius Ayau Kaigama, arcivescovo di Jos e presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria, invoca un maggiore impegno della comunità internazionale: “dovrebbe fare di più, non solo limitarsi a proclami e condanne verbali, ma fare il possibile per mettere le nostre autorità nelle condizioni di contrastare questo fenomeno”. Anche per la Nigeria ci vorrebbe una mobilitazione come quella che si è vista a Parigi e in Europa.
ll gruppo estremista islamico Boko Haram ha condotto negli ultimi giorni diversi altri attacchi nel nordest nigeriano: sabato 10 gennaio attentato a Maiduguri, la capitale dello stato nigeriano del Borno, 19 morti; 11 gennaio (giorno della grande marcia repubblicana di Parigi in difesa della libertà d’espressione) altro attacco a Potiskum, nello stato nigeriano dello Yobe, almeno 4 morti. Boko Haram ha mandato a morire anche 3 ragazzine kamikaze che indossavano cinture esplosive (kamikaze donne si erano già viste anche in Cecenia, Iraq, Afghanistan e non solo).
Il 3 gennaio 2015, il gruppo estremista aveva assediato Baga (nello stato del Borno) e raso al suolo 16 villaggi vicino al lago Ciad, prendendo il controllo di una base militare dell’esercito regolare nigeriano.
Le forze federali nigeriane hanno risposto con raid aerei per riconquistare Baga. Per diversi giorni le formazioni di Boko Haram hanno ucciso indiscriminatamente chiunque si fossero trovati davanti.
Secondo il quotidiano britannico The Guardian i morti complessivi sono stati almeno duemila.
Cos‘è Boko Haram? – Boko Haram è un gruppo estremista islamico di stampo jihadista il cui nome stesso significa “l’educazione occidentale è proibita”. È attivo dal 2002, prevalentemente in Nigeria ma anche nei Paesi confinanti: Chad, Camerun e Niger.
Perchè questi attacchi? – Stando agli analisti la serie degli ultimi attacchi, avvenuti in un cosi’ stretto lasso di tempo rappresenta il tentativo da parte di Boko Haram di instaurare in queste regioni uno stato islamico sotto il dominio della sharia (la legge islamica). Il nordest della Nigeria è fra le zone piu’ povere del mondo a maggioranza musulmana. Lo compongono sei stati: Adamawa, Bauchi, Borno, Gombe, Taraba e Yobe.
Quando sono iniziati gli attacchi di Boko Haram in Nigeria? – Col 2015 siamo al sesto anno di rivolta armata organizzata da parte dei terroristi di Boko Haram che punta alla creazione di uno stato islamico nel nordest della Nigeria.
Quante sono state le vittime in Nigeria negli ultimi anni? – Stando ai dati del Council on Foreign Relations l’anno scorso i morti sono stati più di 10mila a cui si aggiungono gli oltre 2000 del 2015.
Ma il terrorismo di Boka Haram ha radici antiche? – Quando nel 2009 le forze di sicurezza nigeriane uccisero il fondatore della setta islamista Boko Haram, Mohammed Yusuf, si pensava di aver risolto il problema del terrorismo locale. E invece l’eliminazione del fondatore – di cui rimane celebre l’intervista alla BBC nella quale appellandosi al Corano negava la sfericità della Terra – anziché spegnere il movimento lo ha rafforzato.
La storia della Nigeria, dall’indipendenza nel 1960, la guerra del Biafra sino all’odierna sfida islamista di Boko Haram, è stata irta di aspri conflitti etnici su motivi di ordine politico e religioso.
Con i suoi quasi 177 milioni di abitanti la Repubblica Federale di Nigeria rappresenta un sesto della popolazione dell’intera Africa ed è scandita da tre principali gruppi etnici: gli Yoruba, gli Hausa-Fulani, gli Ibo.
Le prossime elezioni persidenziali si terranno in Nigeria il 14 febbraio 2015. La sfida è fra l’ex generale 71enne Muhammadu Buhari, già presidente dal 1983 al 1985, e il presidente uscente Goodluck Ebele Jonathan, 57 anni, del Partito Democratico Popolare. I due si erano già sfidati alle presidenziali del 2011: Goodluck Jonathan ottenne il 59 per cento dei consensi (Dati: Cia Factbook, 2013). – Euronews