Si aggrava la situazione nel Darfur, la regione occidentale del Sudan al confine con il Ciad teatro dal febbraio 2003 di un conflitto interno mai sopito.
Secondo le ultime informazioni diffuse da fonti locali e internazionali, e in parte confermate da organismi indipendenti, al momento sarebbero almeno due i fronti aperti negli ultimi giorni nella regione.sudandarfur
Il primo si trova a sud di Nyala, capitale dello Stato del Darfur meridionale, dove dalla fine di Febbraio sono in corso intensi scontri tra truppe vicine al governo di Khartum con i ribelli dell’Esercito di liberazione del Sudan guidato da Minni Minnawi (ex-ribelle poi firmatario di un accordo pace che lo portò ad essere consigliere del presidente Omar Hassan el Beshir e poi di nuovo ribelle).
Proprio ieri i ribelli di Minnawi hanno chiesto alla comunità internazionale di fare pressione sul governo sudanese per l’apertura di un corridoio umanitario che consenta di dare sostegno alle circa 50.000 persone costrette a sfollare per le violenze.
Una situazione più confusa, ma potenzialmente anche più grave, si registra in Nord Darfur (altro stato dell’omonima regione) dove si teme che gli ex-alleati di Khartum nel conflitto contro i ribelli darfuriani, i famigerati Janjaweed (milizie di comunità arabe, utilizzate dal governo contro le comunità afro dei Fur, Zaghawa e Massalit in cambio di diritti sulle terre), siano pronti a sferrare un attacco contro strutture governative sudanesi.
Lunedì il ministro della Difesa, Abdul Rahim Mohamed Hussien, è arrivato a El Fasher per presiedere una riunione urgente di sicurezza e i media locali riferiscono della corsa da parte delle autorità sudanesi per l’invio di rinforzi nella zona.
Al momento intensi combattimenti vengono segnalati da più fonti nella zona di Saraf Omra, considerata la roccaforte di Musa Hilal, il leader dei Janjaweed che recentemente ha “dichiarato guerra” al governo di Beshir.
Secondo altre fonti, però, le violenze di Saraf Umra avrebbero poco a che vedere con le dinamiche politiche nazionali, ma sarebbero legate alle tensioni tra le comunità Abbala e Beni Hussein, in lotta per il controllo di alcune miniere d’oro della zona.
Di fatto, comunque, proprio ieri il governatore del Nord Darfur, Mohamed Yousif Kibir , incontrando i giornalisti a El Fasher ha riferito di almeno 300.000 persone costrette a sfollare nell’ultima settimana per le violenze e per il timore di un ulteriore peggioramento della situazione di sicurezza. – Atlasweb