Tra gli animali a rischio estinzione nel mondo vi sono il pangolino e l’ippopotamo. L’allarme è stato messo in luce nel corso del Congresso mondiale della Natura che si è tenuto dal 4 all’11 settembre a Marsiglia, in Francia.
Le principali minacce per l’ippopotamo e il pangolino sono la caccia per la sua carne e le sue scaglie, oltre che la drastica perdita di habitat che si registra soprattutto in Africa. Per quanto riguarda l’ippopotamo, il suo declino è stato definito al congresso “preoccupante”, in quanto avvenuto in tempo record. In particolare, nell’Africa centrale, a causa dei trafficanti di fauna selvatica protetta, il 95 per cento degli esemplari di ippopotamo, secondo l’Unione Internazionale per la conservazione della natura (Iucn), è stato decimato negli anni 2000. Ci sono ora tra 128.000 e 148.000 ippopotami rimasti in Africa.
Secondo un rapporto del 2017 dell’International fund for animal welfare (Ifaw), anche il numero di sequestri di pangolini è aumentato in tutto il mondo. E, aggiunge il rapporto, la Nigeria è spesso il punto di partenza di questo traffico verso l’Asia: 10,4 tonnellate di prodotti di pangolino provenienti dal Paese dell’Africa occidentale sono stati sequestrati nel 2016. Nel 2019, questi sequestri ammontavano a 53,9 tonnellate.
A differenza dei grandi mammiferi del continente, il pangolino non viene cacciato come trofeo ma per essere rivenduto in Asia. In questo continente, la sua carne è un alimento di lusso, e le sue scaglie sono utilizzate nella composizione di una polvere che si suppone miracolosa.
Per stimare la portata della caccia al pangolino, i ricercatori dell’Ong Wild Aid hanno analizzato i dati di 113 siti, tra cui i Paesi dell’Africa centrale, principalmente il Camerun, il Centrafrica, la Guinea Equatoriale, il Gabon, la Repubblica Democratica del Congo e la Repubblica del Congo. Più di 50 sequestri importanti di prodotti di pangolino sono stati registrati tra il 2015 e il 2019. Solo nel 2018 e 2019, più di 130 tonnellate di scaglie di pangolino sono state intercettate dalle autorità in vari Paesi.
Di conseguenza, il pangolino e l’ippopotamo sono entrati nel novero degli animali in pericolo. Ma questo non smuove i trafficanti che continuano a impoverire la biodiversità del mondo.