Papa Francesco sarà oggi e domani in visita in Marocco. Invitato dal re Mohammed VI, il pontefice incontrerà la comunità cattolica locale, cercherà di aprire ponti di dialogo con l’islam marocchino, uno dei più aperti e dialoganti nel mondo sunnita, e affronterà i temi dell’immigrazione.
In Marocco, i cattolici non sono più di 30mila, con un’età media di 35 anni. Alla comunità di origine europea se ne sta sostituendo una composta da studenti e migranti dall’Africa subsahariana. Il Marocco è infatti diventato un punto di incontro delle rotte che dall’Africa portano verso l’Europa. Non c’è da stupirsi che il tema dei migranti sarà sia uno dei principali della visita di Francesco. Non a caso oggi visiterà il centro Caritas di Rabat, uno dei principali insieme a quelli aperti in varie città marocchine. Secondo l’arcivescovo Cristóbal López Romero di Rabat: «La sua presenza e la sua disponibilità a incontrare i migranti è un messaggio in sé. Inoltre, non diciamo “migranti” ma “persone che migrano”. Dimentichiamo che queste sono persone che hanno diritti umani».
Domenica, poi, il papa visiterà la comunità delle suore delle Figlie della Carità, nella campagna di Temara, a sud di Rabat. Per l’occasione, la clinica delle vittime di ustioni e il centro di alfabetizzazione femminile sono stati ristrutturati. Le parole chiave di questo centro sono rispetto e condivisione. «Viviamo e lavoriamo con i musulmani. Preghiamo in modi diversi. Ma per strade diverse, andiamo tutti da Dio», dice suor Gloria, responsabile del centro.
Il dialogo interreligioso è l’altro tema centrale di questa visita. Il papa visiterà l’istituto di formazione imam a Rabat dopo aver incontrato re Mohammed VI, che porta anche il titolo di “comandante dei fedeli”. «Il re è un leader religioso, questa visita non è solo politica. È un incontro tra islam e cristianesimo e darà un forte impulso al dialogo interreligioso», spiega l’arcivescovo López Romero. Sebbene la Chiesa cattolica sia in Marocco da 800 anni, le relazioni diplomatiche ufficiali tra il Regno e il Vaticano sono iniziate solo nel 1976. In seguito alla visita di re Hassan II in Vaticano nel 1980, la Chiesa cattolica ha ottenuto uno status legale che le conferisce il diritto di esercitare pubblicamente e liberamente le sue attività.
Discutere della libertà religiosa è una delle aspettative dei convertiti cristiani marocchini. Se il proselitismo è proibito dalla legge, la loro presenza e la pratica discreta sono tollerate. Sono stati anche ricevuti nel 2017 dal Consiglio nazionale dei diritti umani, un’istituzione statale marocchina. Dieci giorni prima dell’arrivo del papa, il Coordinamento dei cristiani marocchini ha invitato le autorità marocchine e il pontefice a «impegnarsi con la massima sincerità sul tema della libertà religiosa per i cittadini marocchini». Se la libertà di culto è garantita dalla Costituzione marocchina, la libertà di coscienza non vi è inscritta.