Algerino, battezzatosi da adolescente ed emigrato a Parigi, Rabhi (n. 1938) contesta il modello “moderno” di società e nel 1960 lascia la fabbrica per dedicarsi all’agricoltura biologica. Non si limita alla propria sussistenza, diventa un apostolo del rispetto per Madre Terra. Tra le sue azioni, il lancio di progetti in Africa occidentale contro la desertificazione e per l’agroecologia.
In questa sorta di racconto filosofico, il ritorno al “suo” villaggio di un antropologo linguista bianco è l’occasione, per l’autore, per mettere in bocca al saggio Tyemorò la sua visione della storia dell’Africa e del necessario ritorno alla terra. « …perciò dovremo imparare la sobrietà come massima virtù».
Pentàgora, 2014, pp. 219, € 12,00