In Malawi, Ghana, Kenya, verrà sperimentato il primo vaccino in grado di offrire una protezione parziale contro la malaria.
L’inizio della sperimentazione è stato definito un momento storico dal direttore del Programma globale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Pedro Alonso, che ha ricordato che la malaria è uno dei principali killer in Africa.
Il vaccino, stando agli avanzati studi condotti fino ad ora, offre una protezione parziale, cioè è in grado di non fare insorgere la malattia in quattro casi su dieci. Siamo, dunque, ancora lontani da un vaccino risolutivo.
Nel 2015 l’Agenzia europea per i farmaci ha emesso parere scientifico positivo e nei test clinici su larga scala che hanno coinvolto migliaia di bambini africani il vaccino è stato generalmente ben tollerato. La sperimentazione su larga scala poteva quindi partire.
Coordinata dall’Oms, vede la collaborazione di numerosi partner internazionali, tra cui Gsk, l’impresa sviluppatrice e produttrice dei vaccini, che donerà 10 milioni di dosi. A finanziare il progetto, una collaborazione tra l’Alleanza globale per i vaccini, Unitaid e il Fondo globale per la lotta all’aids, la tubercolosi e la malaria.
I Paesi pilota coinvolti, come detto, sono Ghana, Kenya e Malawi, e sono stati selezionati sulla base di criteri chiave come la presenza di sistemi di vaccinazione ben funzionanti. Il vaccino sarà somministrato ai bimbi in quattro dosi: tre dosi tra i 5 e i 9 mesi di età e la quarta a 2 anni. Vista la copertura parziale, l’Oms ha fatto sapere che l’immunizzazione andrà ad aggiungersi, e non potrà sostituirsi, alle armi oggi in uso e che hanno permesso di fare ampi progressi: ovvero zanzariere imbevute di insetticidi, spray repellenti, disinfestazioni, diagnosi tempestiva e trattamento con antimalarici.