Le rievocazioni della Passione di Cristo sono una tradizione molto sentita nel Sud della Nigeria (e in gran parte dell’Africa cristiana) durante la Settimana Santa, ma quest’anno a causa della pandemia di coronavirus le autorità hanno vietato le sacre rappresentazioni, tradizionalmente organizzate dalle parocchie (l’immagine è stata scattata da Pius Utomi Ekpei nel 2015 nella parrocchia cattolica di St. Dominic di Yaba), per evitare l’assembramento di fedeli e limitare il rischio contagi.
La Nigeria, con 310 casi di positività al virus e 8 morti confermati dalle autorità, sta affrontando come tutti i Paesi l’emergenza sanitaria con una serie di divieti, blocchi delle attività e regole di distanziamento sociale imposte dalle autorità. Altri Paesi africani sono maggiormente colpiti dal virus: Sudafrica, Egitto, Marocco e Algeria, per esempio, hanno già registrato oltre duemila casi di contagi al Covid-19. Ma la Nigeria – la nazione più popolosa d’Africa con 205 milioni di abitanti – è anche alle prese con una grave crisi economica dovuta al crollo del prezzo del petrolio – principale voce nel bilancio della nazione – che ha fatto crollare il Pil. La diffusione della pandemia e il rallentamento dell’economia globale creeranno pesanti ripercussioni sociali su questo Paese, e in buona parte del continente africano, dove il welfare è debole e dove le esportazioni di minerali e idrocarburi sostengono le casse degli Stati.