Pemba, paradiso segreto

di claudia

di Layla Kimani

Incastonata nell’Oceano Indiano a nord-est di Zanzibar, Pemba è un gioiello nascosto, lontano dal turismo di massa. Nota come “isola verde” per la sua lussureggiante vegetazione, offre spiagge incontaminate, un mare splendido e una popolazione ospitale che ama conservare la sua cultura swahili.

Quando dici Tanzania, i primi nomi che vengono alla mente sono quelli delle sue attrazioni più iconiche: Kilimangiaro, Ngorongoro, Serengeti, Zanzibar. Tuttavia, questo vasto Paese – grande tre volte l’Italia – custodisce angoli altrettanto spettacolari e meno conosciuti, come l’isola di Pemba. A circa 50 chilometri a nord della costa tanzaniana, Pemba si presenta come un paradiso di acque cristalline, baie silenziose e palme, il luogo ideale sia per chi cerca relax assoluto sia per gli appassionati di immersioni subacquee. Una destinazione che lascia nei viaggiatori ricordi indelebili, tanto per l’ospitalità della gente come per la splendida cornice naturale, tra floride piantagioni, foreste di mangrovie e barriere coralline. Non resta che programmare il viaggio: il periodo migliore è durante la stagione secca, da giugno a ottobre.
L’isola è raggiungibile con voli interni da Dar es Salaam o da Zanzibar. Esistono inoltre traghetti che collegano Pemba a Unguja, anche se il viaggio via mare può essere lungo e talvolta scomodo. Nonostante un’atmosfera ancora selvaggia, Pemba offre una selezione di lodge e resort di lusso, molti dei quali situati lungo la costa e dotati di equipaggiamento per le immersioni. Per chi cerca un’esperienza diversa, ci sono anche guesthouse e piccoli alberghi a conduzione familiare. Per chi non ama le vacanze fai-da-te e desidera partire senza pensieri, il consiglio è di affidare l’organizzazione ad African Explorer, tour operator che opera in Tanzania da più di trent’anni.

Barriere coralline intatte

Lunga poco meno di 70 chilometri e larga una ventina, impregnata della cultura swahili, Pemba è attorniata da spiagge di finissima sabbia bianca, mentre l’entroterra, più collinoso e fertile di Zanzibar, è dominato da coltivazioni di chiodi di garofano (di cui l’isola è stata, per secoli, il maggior produttore al mondo) e di noci di cocco. La coltivazione e il commercio di questi prodotti, assieme alla giovane industria turistica (i lodge si contano sulle punte delle dita), sono l’architrave dell’economia locale. Ma gli abitanti di Pemba sono anche abili marinai e pescatori: ogni giorno solcano le acque dell’Oceano Indiano a bordo dei loro dhow – le barche a vela tradizionali – per catturare cernie, marlin e pesci spada.
Situata a nord-est di Unguja (l’isola principale dell’arcipelago di Zanzibar), Pemba è conosciuta anche come “l’isola verde” per la lussureggiante vegetazione tropicale che la avvolge. Offre un mix straordinario di bellezze naturali e cultura locale, con un’atmosfera che permette di immergersi in un ambiente incontaminato. Dalle colline verdeggianti alle fitte foreste di mangrovie e alle splendide spiagge coralline, l’isola regala scorci incantevoli. Le barriere coralline, in particolare nel Parco Marino di Misali, sono fra le più intatte dell’Oceano Indiano, offrendo un paradiso per snorkeling e immersioni: qui è possibile nuotare tra coralli multicolori, pesci tropicali, tartarughe marine e, occasionalmente, avvistare delfini.

Storia e tradizioni

A differenza della vicina Unguja, o Zanzibar tout court, con la sua storia vivace e gli intensi scambi commerciali con il Medio Oriente, Pemba ha conservato un carattere rurale, basato sull’agricoltura di spezie e frutti tropicali che modellano il paesaggio e scandiscono la vita degli abitanti. La popolazione mantiene vive tradizioni antiche, molte delle quali legate alla religione islamica introdotta dai mercanti arabi nel IX secolo. Le celebrazioni religiose e le danze tradizionali come lo ngoma offrono ai visitatori un’esperienza unica e affascinante.
Tra i resti del passato, il sito archeologico di Ras Mkumbuu, con le rovine di una città swahili del XIII secolo, testimonia l’importanza dell’isola nel commercio di avorio, spezie e schiavi. Qui, la cultura swahili, nata dall’incontro tra l’islam e la civiltà bantu, rappresenta tutt’oggi un carattere identitario, insieme sincretico in cui religione e medicina tradizionale convivono. La popolazione locale saluta portando la mano al cuore e pronunciando un dolce salam aleikum, mentre i guaritori, i waganga, praticano la medicina tradizionale combinando erbe e rituali. I visitatori possono partecipare a cerimonie, danze, e apprendere le tecniche di artigianato locale, come l’intreccio di stuoie e la realizzazione di strumenti musicali.

Natura e cultura

Il Parco Marino di Misali è una delle mete più ambite dell’isola. Questa riserva marina, situata poco al largo della costa occidentale, è considerata uno dei migliori luoghi per immersioni e snorkeling in Tanzania. Qui, giardini di corallo incontaminati ospitano una fauna marina variopinta, che include pesci tropicali, tartarughe e, occasionalmente, delfini. La foresta di Ngezi, situata a nord, è una rara foresta pluviale che rappresenta un ecosistema unico, abitato da diverse specie di uccelli, pipistrelli e scimmie. Percorrerne i sentieri immersi nella vegetazione offre una splendida opportunità di birdwatching e contatto con la natura selvaggia.


Chake-Chake, capoluogo amministrativo dell’isola, è un piccolo centro che conserva il fascino di un villaggio swahili. Qui si possono visitare il mercato locale, rinomato per le spezie e i prodotti freschi, e il Forte di Pemba, storica fortificazione costruita dagli arabi omaniti nel XIX secolo. Per chi cerca pace e bellezza incontaminata, le spiagge di Vumawimbi e Kigomasha, offrono sabbia bianca, acque cristalline e un ambiente lontano dalle grandi strutture turistiche. L’isola invita a scoprire anche il suo lato più avventuroso: oltre a snorkeling e immersioni, è possibile cimentarsi nella pesca sportiva, esplorare le mangrovie in kayak e visitare le piantagioni di spezie. Gli appassionati di trekking possono percorrere i sentieri della foresta di Ngezi e visitare antichi siti storici. Un’esperienza imperdibile è anche il miele locale, considerato un balsamo per l’anima, che racchiude i sapori della rigogliosa vegetazione dell’isola.

Questo articolo è uscito sul numero di 1/2025 della rivista Africa. Clicca qui per acquistare una copia.

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