L’incubo è finito. Salvini non è più sulla plancia di comando da dove per quattordici mesi ha tenuto chiusi i porti, ha lanciato raid nei luoghi degli immigrati, ha tenuto in mare per settimane donne, bambini, anziani, malati, ha potuto praticare la politica dell’ «è finita la pacchia» contro chi «la pacchia» non l’ha mai vissuta.
In questi mesi, il leader della Lega ha fatto danni infiniti: ha allungato tempi per qualunque pratica necessaria agli stranieri, ha negato protezione, asilo, permessi di soggiorno. Ha moltiplicato la burocrazia a danno prima di tutto degli italiani.
Ora però l’incubo è finito. Allo strategico ministero dell’Interno è arrivata Luciana Lamorgese, una donna. I media l’hanno definita «un tecnico». La migliore definizione è arrivata dalle sue stesse parole: «Io dico che bisogna accogliere nelle regole e non respingere il diverso che può essere un arricchimento».
I danni fatti da Salvini però rimarranno. Chissà quanti stranieri sono diventati clandestini e ora faranno fatica a rimettere insieme documenti, storie, testimonianze per ottenere ciò che stavano per ottenere. Salvini li ha ributtati nell’inferno della clandestinità. Anche se lo stesso Salvini aveva annunciato di voler ridurre proprio la clandestinità. O, meglio, mandare via a danno, quello sì, degli italiani.
Con Luciana Lamorgese tutto ciò dovrebbe rientrare. Nel programma di governo è previsto che i due famigerati decreti sicurezza siano rivisti. Alla luce della questione migranti anche la politica con la Libia dovrebbe cambiare: le frontiere europee e italiane non saranno più spostate oltre il Mediterraneo, non avremo piu bisogno di fare accordi con milizie e personaggi impresentabili, veri e propri gangster che tengano lontani i migranti dalle coste. A maggior ragione ora che in quel posto strategico al Viminale non ci è andato nemmeno Minniti.
E soprattutto potremo, ora sì, esigere dall’Europa una vera collaborazione sulla questione immigrazione.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)