di Céline Camoin
Gravi attentati, violenze nel Sahel e in Africa occidentale hanno provocato più di tremila vittime dal mese di luglio: sono i dati drammatici diffusi dal rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per l’Africa occidentale e il Sahel.
Secondo un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per l’Africa occidentale e il Sahel (Unowas), violenze e attacchi terroristici nel Sahel e nell’Africa occidentale hanno causato più di 3.000 vittime nel periodo da luglio a ottobre 2024.
In Burkina Faso, il bilancio delle vittime tra civili, militari, membri di gruppi armati e altre vittime ammonta a 1.535, una cifra paragonabile a quella dell’anno precedente, indica il rapporto che menziona diversi gravi attentati, tra cui quello del 9 agosto a Nassougou (Est), che ha ucciso 148 persone, seguito da un attentato a Barsalogo (centro-nord) il 24 agosto, in cui sono morte 200 persone, nonché da attacchi coordinati il 30 agosto, che ha preso di mira diversi siti, tra cui una base della protezione civile a Barga (nord), uccidendo 13 persone.
In Mali la situazione resta tesa con attacchi sporadici, ma mortali, portati avanti dal Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (Gsim) e dal Quadro strategico permanente per la difesa del popolo dell’Azawad (Csp-Dpa), divenuto dall’inizio di dicembre il Fronte di liberazione dell’Azawad (Fla).
Secondo la stessa fonte, le violenze in Mali hanno fatto 1.190 vittime, di cui una ventina durante l’offensiva contro Dembo, vicino a Bankass (centro), il 21 luglio. Un attentato a Bamako il 17 settembre ha causato ingenti danni all’aeroporto e ad una scuola della gendarmeria a Faladiè.
In Niger, il rapporto segnala 467 vittime tra luglio e ottobre, con un’impennata delle violenze a settembre, in particolare a Tillaberi (Ovest), dove diversi soldati hanno perso la vita, rispetto ai 404 dello stesso periodo del 2023.
Il rapporto pubblicato sul sito dell’Unowas, descrive una situazione di sicurezza segnata dalla persistente presenza di gruppi terroristici, in particolare il Gsim e lo Stato islamico nel Sahel, che continuano i loro attacchi mortali nel Sahel e Africa occidentale.
Il rapporto sottolinea, d’altro canto, che Benin e Togo hanno continuato a subire violenti attacchi nelle regioni confinanti con il Sahel centrale. Nel nord del Benin, il 24 luglio, il Gruppo di sostegno per l’Islam e i musulmani ha rivendicato un attacco nel Parco Nazionale W, che avrebbe ucciso sette membri del personale di sicurezza e cinque guardie forestali.
Il rapporto dell’Unowas rileva inoltre che la situazione nel bacino del Lago Ciad rimane preoccupante a causa dell’uso di ordigni esplosivi improvvisati e degli attacchi suicidi che “continuano a rappresentare sfide significative per le forze di sicurezza e i civili”. Emerge inoltre che sono stati compiuti progressi grazie alla cooperazione rafforzata tra i Paesi della regione, contrassegnata dalla firma di accordi bilaterali per contrastare il terrorismo e migliorare la sicurezza.