Anna Dedola, Khadija Tirha e Alganesh Fessaha: sono le tre vincitrici del premio il Premio volontariato che la Focsiv (la federazione delle Ong di ispirazione cattolica) assegna a quanti si contraddistinguono nell’impegno contro ogni forma di povertà ed esclusione e per l’affermazione della dignità e dei diritti di ogni donna e uomo, dimostrando così impegno costante a favore delle popolazioni dei Sud del mondo.
Anna Dodola, 33 anni, sarda, vive in Tanzania da sette anni e lavora con il Cope da due. La sua esperienza in Tanzania inizia nel 2010 dove si reca per condurre ricerche sulla costruzione di edifici in terra cruda per la sua tesi di laurea. Conseguito il titolo, decide di tornare per insegnare alla popolazione locale la tecnica di costruzione da lei studiata. Forma così un gruppo di manutentori e costruttori che al momento hanno una loro piccola impresa e non hanno mai smesso di lavorare. Contribuisce inoltre al miglioramento e alla realizzazione di alcune strutture in una regione veramente povera e ostile dal punto di vista climatico e ambientale, quale la regione di Dodoma. Inizia la sua collaborazione con il Cope due anni fa e da allora segue i progetti della regione di Iringa.
Alganesc Fessha è nata in Eritrea. Medico, specialista in medicina Ayurveda, ha fondato l’Ong «Gandhi». Da anni si batte per salvare i profughi che dal Corno d’Africa che cercano di raggiungere l’Europa affrontando enormi rischi di ogni genere. Questa lotta avviene principalmente con le attività che porta avanti con la sua organizzazione in favore di molti suoi connazionali eritrei e altri africani che si trovano nei campi profughi del nord dell’Etiopia, con progetti di sostegno soprattutto rivolti ai bambini, alle donne e agli anziani. Altro aspetto importante è la liberazione dei profughi eritrei dalle prigioni egiziane. Alganesc, che nel 2016 ha partecipato al workshop di Africa, è impegnata anche nel favorire l’emancipazione delle donne e dei bambini con progetti in Costa d’Avorio.
Khadija Tirha, ha 25 anni, è italiana di origine marocchina. Durante il corso universitario in Scienze Internazionali dello Sviluppo e della Cooperazione, concluso a marzo 2017, ha esperienze professionali e formative con tante realtà di volontariato del territorio torinese, e in particolare con Lvia, Ong cuneese che ha collaborato anche con la rivista Africa. Con Lvia, Khadija segue progetti di educazione alla mondialità. Si impegna inoltre parallelamente con varie iniziative di animazione giovanile e segue con dedizione il tema dei corridoi umanitari dell’accoglienza.