Le donne ivoriane hanno detto “no” alla “banalizzazione dello stupro in televisione”. L’indignazione è cresciuta quando il Nuovo Canale Ivoriano (NCI) ha permesso a un ex stupratore di spiegare come ha abusato delle sue vittime. Per questa ragione le donne hanno manifestato oggi davanti alla sede del canale televisivo ad Abidjan.
Lunedì in prima serata e con il pubblico presente, il presentatore Yves de M’Bella ha invitato nel suo programma – che avrebbe dovuto denunciare la violenza – un ex stupratore a cui ha chiesto di spiegare come ha fatto ad abusare delle sue vittime con l’aiuto di un manichino.
Le donne riunite davanti al Nci, una decina, hanno chiesto alla televisione privata “la creazione di uno spazio televisivo per dare voce alle vittime” e “per sensibilizzare su stupri e violenze sessuali. È un canale molto popolare in un Paese in cui il tasso di analfabetismo è alto. La gente vede le cose in Tv e le riproduce”, ha spiegato Fatim Sylla, blogger e membro dell’associazione, assistenza allo sviluppo per donne e bambini Allo Bénévoles. “Allora usiamo la televisione per educare”.
Una petizione, inoltre, è stata lanciata lunedì sera da Désiree Dénéo, segretario generale della Lega ivoriana per i diritti delle donne, per denunciare l’ospite e il canale televisivo e chiedere sanzioni, e ha raccolto, a oggi, più di 46mila firme.
La “trovata” del conduttore, M’Bella, gli è costata la sospensione per 30 giorni da tutte le trasmissioni televisive e radiofoniche della Costa d’Avorio. Decisione presa dall’Alta Autorità per le comunicazioni audiovisive (Haca). Il comitato organizzatore del concorso Miss Côte d’Ivoire, che si svolgerà sabato, ha condannato l’episodio e ha espresso solidarietà alle vittime di stupro. “Queste sanzioni non sono sufficienti”, secondo Bénédicte Joan, presidente dell’associazione “Stop au chat noir”, che aiuta le vittime di stupro. Anche se ha chiesto “perdono” e si è dichiarato “confuso”, Yves de M’Bello “non dovrebbe più apparire sui nostri televisori”, ha aggiunto Joan.
I vertici dell’NCI hanno ricevuto due delle organizzatrici del sit-in e ha offerto “sincere scuse” per aver permesso che la trasmissione andasse in onda. “Hanno riconosciuto il loro errore” e “ci hanno fatto sapere che è attualmente in corso un’indagine interna sull’equipe” che ha preparato la trasmissione, ha fatto sapere Joan dal suo account Instagram.