Proteste post-elettorali in Mozambico, chiuso il valico con il Sudafrica

di claudia

Il Sudafrica ha chiuso uno dei valichi di frontiera più trafficati con il Mozambico a seguito delle violente proteste post-elettorali nel Paese vicino. Le proteste hanno provocato scontri mortali in diverse città in seguito alle controverse elezioni presidenziali del mese scorso, vinte dal partito al governo in Mozambico, Frelimo. Le autorità sudafricane affermano che ci sono segnalazioni di veicoli incendiati sul lato mozambicano del porto di ingresso di Lebombo. “A causa di questi incidenti di sicurezza e nell’interesse della sicurezza pubblica, il porto è stato temporaneamente chiuso fino a nuovo avviso”, ha affermato l’agenzia di frontiera sudafricana.

Lebombo, uno dei quattro porti terrestri più trafficati dell’Africa meridionale, dista circa 110 km dalla capitale del Mozambico Maputo e circa 440 km dalla capitale del Sudafrica, Pretoria. Ai viaggiatori è stato consigliato di utilizzare punti di attraversamento alternativi tra i due Paesi.

Le proteste sono iniziate a fine ottobre a Maputo dopo che Daniel Chapo, il candidato del Frelimo, è stato dichiarato ufficialmente vincitore con oltre il 71% dei voti. Il leader dell’opposizione Venancio Mondlane, arrivato secondo con il 20% dei voti, si è nascosto prima che fossero annunciati i risultati, perché temeva di essere ucciso. Secondo Human Rights Watch, le proteste hanno provocato violenti scontri con la polizia e almeno 18 persone sono state uccise. Anche Internet e i social media sono stati limitati.

Lo sciopero generale indetto da Mondlane è continuato, nonostante l’appello del primo ministro a tornare al lavoro. Ieri, il ministro della Difesa Cristovao Chume ha minacciato di schierare l’esercito in vista delle proteste nazionali indette per giovedì. Chume ha affermato che le proteste post-elettorali avevano lo scopo di “cambiare il potere democraticamente costituito”.

Diverse nazioni hanno auspicato moderazione in Mozambico. In una dichiarazione congiunta, Stati Uniti d’America, Alto Commissariato britannico, Alto Commissariato del Canada, ambasciata di Norvegia e l’ambasciata di Svizzera hanno chiesto il rispetto della vita umana e dello stato di diritto. Hanno inoltre invitato il Consiglio costituzionale a portare a termine le fasi finali del processo elettorale in modo trasparente e in linea con il suo mandato.

Le nazioni hanno inoltre ribadito il loro sostegno al popolo mozambicano nell’esercizio dei diritti di riunione e associazione pacifica, della libertà di opinione ed espressione e del diritto all’informazione, sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite.

Le elezioni generali sono contestate. Secondo i risultati ufficiali, il candidato presidenziale Daniel Chapo del Frelimo, partito che governa il Paese dall’indipendenza (1975), ha vinto con il 71% dei voti e lo stesso Frelimo ha ottenuto la maggioranza nel parlamento con 195 seggi su 250. Tuttavia, l’opposizione ha contestato i risultati, in particolare Venancio Mondlane di Podemos, che ha rivendicato irregolarità nel processo elettorale e ha affermato che il suo conteggio parallelo mostrava lui come vincitore con il 53% dei voti.

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