Quali scenari apre il “caso Sonko”. Intervista a Adama Gaye

di Stefania Ragusa

Quale scenario si apre in Senegal dopo l’arresto di Ousmane Sonko? Africa Rivista ne ha parlato con il giornalista senegalese Adama Gaye, che attualmente si trova in esilio volontario al Cairo. Già firma di Jeune Afrique e direttore della Comunicazione di Ecowas, Gaye scrive oggi per il New African e altre testate.

«Uno scenario incerto e soprattutto instabile si apre per un Paese che è stato conosciuto sotto una luce migliore, come terra di libertà democratiche, pacifica e attrattiva per investitori e turisti. Ora l’immagine del Senegal è incrinata. E c’è il rischio reale che, sopraffatto dalle sfide che sono state accentuate dalla pandemia da covid-19, il potere impopolare di Macky Sall cerchi di trattenere la gente con minacce e terrore».

Come valuta la gestione della situazione da parte di Sonko e del Pastef?
«Ci sono stati errori da entrambe le parti, a partire da Sonko che non avrebbe dovuto trovarsi in una sala massaggi sotto il coprifuoco. Ma sono il dilettantismo e il banditismo dello stato senegalese a essere più deplorevoli. Nell’era dell’informazione istantanea, dei social network e delle televisioni digitali, scegliere il metodo forte o addirittura brutale per arrestare un avversario significa esporsi alla critica globale. Il volto orribile di questo potere si è rivelato in pieno giorno. Nessuno può più dire oggi che il Senegal rispetti i diritti democratici».

Questa situazione indebolisce Sonko o lo rafforza?
«Le sciocchezze statali e il desiderio di distruggere un avversario, anche attraverso un complotto senza veli, stanno rendendo Sonko simpatico ai senegalesi che non amano l’ingiustizia.
Sonko si riprenderà. Questo caso, paradossalmente, potrà girare a suo favore. I senegalesi dicono che dopotutto l’accusa di stupro è troppo ambigua per essere credibile. E, inoltre, avendo agito secondo un copione che sembra scritto da autorità al potere, se non sotto la dettatura di Macky Sall, coloro che avrebbero voluto distruggerlo ne hanno fatto una vittima. Sta a Sonko, adesso, evitare di cadere domani nella trappola da cui è riuscito a uscire. In questo momento, il suo nome sta facendo notizia in tutti i media. Diventerà internazionale. E questo potenziale di riconoscimento in politica conta parecchio»

Il 29 luglio 2019, in seguito a un articolo in cui si parlava del presunto coinvolgimento del fratello di Macky Sall in un’operazione illecita riguardante lo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio senegalesi (caso che era stato sollevato anche dalla Bbc) e si dava conto di una presunta relazione extraconiugale del presidente, Adama Gaye è stato arrestato e detenuto per 53 giorni. Il capo d’accusa era offesa al capo dello Stato e diffusione di scritti contrari alla pubblica decenza.
«Quando sono stato rilasciato, senza spiegazioni o giustificazioni, il 20 settembre 2019, ho scelto di andare in esilio per non essere più in balia di un potere folle e antidemocratico», ci ha detto.
Gaye ha pubblicato un libro, Hotage d’un État. D’une prison sénégalaise aux pyramides d’Égypte edito da l’Harmattan Paris, che descrive in dettaglio “la trasformazione del Senegal da democrazia a autocrazia corrotta”.

(Stefania Ragusa)

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