In Africa torna la minaccia dei mercenari. Sarebbero proprio soldati di ventura, guidati da Mahamat Kodo Bani, un ex comandante del movimento ribelle centrafricano Seleka, ad aver tentato di rovesciare il presidente della Guinea equatoriale Teodor Obiang Nguema. Secondo le prime ricostruzioni, rese note dall’Agenzia Fides, il golpe era stato organizzato per i primi giorni di gennaio. Il 27 dicembre le forze di sicurezza del Camerun però hanno intercettato e arrestato una trentina di mercenari, nei pressi di Ebibeyin, alla frontiera tra Guinea equatoriale, Camerun e Gabon. Pochi giorni dopo sono stati segnalati scontri tra l’esercito di Malabo e altri mercenari a poco chilometri di distanza.
Tra gli uomini arrestati dalla forze di sicurezza camerunesi, oltre a cittadini della Guinea equatoriale vi sono uomini provenienti da Ciad, Sudan e Centrafrica, Paesi dove Mahamat Kodo Bani ha giocato un ruolo spesso non chiaro.
Questi dal 1990 al 2005 è stato generale della sicurezza presidenziale, la guardia pretoriana del Presidente ciadiano, Idris Deby Itno, per poi disertare e unirsi nel 2008 all’Unione della forze per il cambiamento e la democrazia, un gruppo ribelle ciadiano che aveva base in Darfur, nell’ovest del Sudan. Arrestato nel 2010 dalle autorità ciadiane, nel 2013 Bani riappare nella Repubblica centrafricana come comandante della Seleka, la coalizione ribelle che nel marzo di quell’anno rovescia il Presidente François Bozizé e che era composta in larga parte di mercenari ciadiani. Tanto è vero che, a lungo, questa milizia è stata sospettata di essere appoggiata sia militarmente sia finanziariamente proprio dal Ciad che aveva interesse a destabilizzare il Paese vicino.
La presenza massiccia di mercenari ciadiani nel tentativo di golpe in Guinea equatoriale ha preoccupato il Ciad. Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri di N’Djamena, Mahamat Zen Cherif, ha fatto visita a Malbo e ha condannato il mancato golpe, affermando che questo costituisce una minaccia per tutta la regione dell’Africa centrale.
Le ricchezze della Guinea equatoriale fanno gola a molti. Il Paese è infatti uno dei maggiori produttori di idrocarburi dell’Africa (anche se la ricchezza non è redistribuita tra la popolazione che vive in gran parte in estrema povertà). Il tentativo di golpe e il riapparire di mercenari potrebbe nascondere la voglia di potenze straniere o multinazionali di poterci mettere le mani sopra.