Venerdì la coalizione di maggioranza che sostiene il presidente congolese Joseph Kabila ha messo in dubbio l’eleggibilità dell’oppositore congolese Jean-Pierre Bemba in vista delle elezioni generali che dovrebbero svolgersi il prossimo 23 dicembre.
L’ex-capo militare Bemba ha annunciato nei giorni scorsi che rientrerà dal Belgio in Repubblica democratica del Congo il 1° agosto e che presenterà ufficialmente la sua candidatura appoggiato dal suo partito Mouvement de libération du Congo (MLC).
Bemba “potrebbe rientrare nel campo di applicazione dell’articolo 10 della legge elettorale”, secondo cui le persone condannate per corruzione sono “ineleggibili”, ha dichiarato davanti alla stampa Alain Atundu, portavoce della maggioranza. Come riporta Jeune Afrique, Atundu ha auspicato che Bemba “faccia una dichiarazione solenne” e “non si candidi”.
L’oppositore arrivò secondo proprio contro Kabila nelle elezioni del 2006 e venne arrestato nel 2008 e nel 2016 condannato a 18 anni di reclusione per crimini contro l’umanità dalla Corte Penale Internazionale (Cpi). Il leader 55enne è stato però scagionato lo scorso giugno in appello e rimesso in libertà provvisoria. Bemba resta comunque in attesa di essere giudicato in un caso di corruzione di testimoni legato al primo processo. La data di questo verdetto non è ancora stata fissata dalla Cpi, ma proprio questo procedimento metterebbe in dubbio la sua candidabilità secondo Atundu. Solo la Corte Costituzionale congolese che ha potere decisionale sull’eleggibilità di un politico, tuttavia la posizione dei partiti di maggioranza può avere un grande peso. Un eventuale stop a Bemba potrebbe far aumentare la tensione e il dissenso nel paese, specie fra i suoi numerosi sostenitori.
Le elezioni di dicembre dovrebbero indicare un successore di Kabila il quale non può più candidarsi e il cui mandato è ufficialmente scaduto nel 2016.