“Il dialogo è considerato il principio costruttore della democrazia e della nazione”, così ha detto Martedì 28 luglio il Segretario Generale della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (Cenco), padre Leonard Santedi. Egli ha parlato in un dibattito organizzato dalla Cenco.
Hanno partecipato un gruppo di politici della Maggioranza Presidenziale (MP), dell’opposizione, della società civile e un gruppo degli analisti che hanno discusso degli obiettivi per il dialogo politico nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), sulle prossime elezioni e sulla sessione straordinaria del Parlamento.
Per padre Leonard Santedi, la Chiesa cattolica non si oppone all’idea di dialogo, ma insiste sul rispetto della Costituzione. “Dialogo sì, ma con rispetto per la legge fondamentale”, ha detto.
La Costituzione congolese prevede scadenze per l’elezione del Presidente della Repubblica e il numero e la durata del suo mandato.
Presente a questo incontro, il professor Philippe Biyoya, analista politico, ha detto che il dialogo è il principio stesso della vita comunitaria.
“Il dialogo è inteso come principio attivo di tutte le società. E’ quello che cura l’armonia sociale”, ha detto, André Alain Atundu, comunicatore del Partito di governo.
Questa opinione però non è stata condivisa dal membro dell’opposizione, Franck Diongo. Egli ritiene che il dialogo “nel contesto attuale, è una frode. E’ una trappola”.
La chiesa cattolica ha ribadito la sua posizione (attraverso la Conferenza Episcopale) sul dialogo nazionale promosso dal Presidente Joseph Kabila, che “deve avvenire nel rispetto assoluto del quadro costituzionale e istituzionale in vigore”. Ovvero senza che si arrivi ad un cambiamento costituzionale per permettere al Presidente uscente di presentarsi alle elezioni per ottenere un terzo mandato.
(31/07/2015 Fonte: Fides)