23/05 R.D. Congo: Segretario Onu a Goma, ma crisi umanitaria si aggrava

di AFRICA

Nonostante i combattimenti degli ultimi giorni, il segretario generale Onu Ban Ki-moon ha raggiunto Goma, capoluogo della ricca e instabile provincia del Nord Kivu. Il suo arrivo è coinciso con una tregua negli scontri osservata dalle forze contendenti, da una parte la ribellione del Movimento del 23 marzo (M23) e da un’altra l’esercito regolare congolese (Fardc).

Dalle prime ore del giorno la situazione sul terreno è “calma” e “ciascuno è fermo sulle proprie posizioni”, ha riferito l’emittente locale Radio Okapi. “Speriamo che la tregua che abbiamo decretato in modo unilaterale possa portare Ban Ki-moon a sostenere la richiesta del nostro movimento: la firma formale di un cessate-il-fuoco con il governo congolese” ha scritto in un comunicato Bertrand Bisimwa, capo politico della ribellione nata nel 2012. All’inizio del mese l’M23 si è ritirato dai colloqui di pace di Kampala, condizionando la ripresa dei negoziati alla firma di un cessate-il-fuoco con Kinshasa.

Il segretario generale Onu e il presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim sono stati accolti all’aeroporto di Goma dal governatore del Nord Kivu, Julien Paluku. Ban Ki-moon ha assicurato che “nulla potrà fermare il processo di pace nell’est del Congo”, ribadendo la determinazione delle Nazioni Unite a “far attuare l’accordo di Addis Abeba”, firmato lo scorso febbraio, e a “dispiegare la brigata di intervento della locale missione Onu”, creata con un mandato offensivo per dare la caccia a tutti i gruppi armati. La delegazione ha poi visitato l’ospedale Heal Africa, che presta assistenza alle donne vittime di violenze sessuali.

Ieri a Kinshasa il massimo responsabile Onu aveva sottolineato che con la sua visita intende esprimere “solidarietà con la popolazione congolese, che non è dimenticata”, incoraggiandola a “non rinunciare alla speranza”. Ban Ki-moon si recherà poi a Kigali, la capitale del Rwanda, per far poi tappa a Entebbe, in Uganda. Questi due paesi sono da tempo accusati di sostenere la ribellione dell’M23.

Tuttavia sul terreno la tensione rimane alta e la ripresa degli scontri, cominciati lunedì dopo sei mesi di relativa calma, ha ulteriormente aggravato la crisi umanitaria successiva all’offensiva dell’M23 lanciata l’anno scorso. Nelle violenze di ieri razzi caduti sui quartieri di Ndosho e Mugunga, alle porte di Goma, hanno causato almeno quattro vittime e 17 feriti. I combattimenti, circoscritti al villaggio di Mutaho, 10 chilometri a nord del capoluogo, hanno spinto più di 30.000 persone ospitate nei campi sfollati di Mugunga, Lac Vert, Buhimba e Bulongo a scappare verso il centro di Goma, in direzione dei quartieri meridionali e verso nord-ovest, in direzione di Sake.

“La situazione è inammissibile e si sta nuovamente deteriorando. I civili sono ostaggio dei combattimenti. La gente è traumatizzata e sta scappando terrorizzata” ha detto Thierry Goffreau, capo missione di Medici senza frontiere (Msf) a Goma, annunciando una sospensione di una parte delle attività dell’ong a causa dei combattimenti.

Misna

 

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