Rd Congo, Apple accusata di utilizzare minerali contrabbandati dal Ruanda

di claudia

di Andrea Spinelli Barrile

Lo Stato congolese accusa la multinazionale Apple di utilizzare nei suoi prodotti minerali “sfruttati illegalmente” che provengono da “miniere congolesi” nelle quali “molti diritti umani vengono violati”: questi minerali verrebbero poi “trasportati fuori dalla Rcd, in particolare in Ruanda, dove verrebbero riciclati”. Lo riportano le agenzie internazionali, che citano una diffida inviata questa settimana alle filiali di Apple in Francia dagli avvocati francesi William Bourdon e Vincent Brengarth.

Secondo i legali “risulta che la società Apple utilizza nei suoi prodotti minerali strategici acquistati in Ruanda, un attore centrale nello sfruttamento illegale dei minerali e in particolare nello sfruttamento dello stagno e del tantalio” estratti in Rdc in miniere illegali in cui vengono violati i diritti umani e dei lavoratori e che si trovano in zone di conflitto controllate da gruppi ribelli armati, secondo il governo di Kinshasa, proprio dal Ruanda. “Dopo la loro estrazione illegale”, si legge nella diffida, “questi minerali vengono contrabbandati in Ruanda, dove vengono integrati nelle catene di approvvigionamento globali”.

“La responsabilità di Apple, e quella dei grandi produttori di alta tecnologia, quando utilizzano minerali nel sangue, è rimasta a lungo oscura” spiegano all’Afp gli avvocati William Bourdon, e Robert Amsterdam, rispettivamente del foro di Parigi e di Londra. I due legali ritengono “notoriamente insufficienti” i “vari impegni e le precauzioni prese” da Apple, “di propria iniziativa o in applicazione della legge riguardo all’utilizzo dei minerali acquistati in Ruanda”. Apple, accusano i due avvocati, sembra fare affidamento principalmente sulla vigilanza dei suoi fornitori, sul loro impegno a rispettare il codice di condotta dell’azienda e sugli audit esterni effettuati sull’attività di questi fornitori.

Tuttavia, sia questi fornitori che l’audit delle aziende sembrano fare affidamento sulla certificazione Itsci,”di cui sono state dimostrate gravi e numerose disfunzioni” scrivono nella diffida. Il programma Itsci (acronimo di Tin supply chain initiative) è uno dei principali meccanismi messi in atto più di 10 anni fa per garantire l’approvvigionamento di minerali “privi di conflitti” ed estratti in modo responsabile nella Rdc: per procurarsi stagno, tantalio e tungsteno (i cosiddetti metalli “3T”, fondamentali per la realizzazione di dispositivi elettronici) grandi aziende come Apple, Intel, Samsung, Nokia, Motorola o Tesla si affidano al meccanismo Itsci, che la Ong Global Witness ha definito “fallimentare” e anzi, controproducente: la Ong sostiene che il programma contribuisca in realtà al riciclaggio di minerali legati ai conflitti, al lavoro minorile, alla tratta e al contrabbando di minerali.

Il sottosuolo della Rdc è ricco di minerali: il Paese africano è il secondo produttore mondiale di cobalto, dopo il Ruanda (il cui primato però si sospetta sia possibile grazie all’estrazione illegale in Rdc), e il primo produttore africano di rame. Il governo di Kinshasa accusa Kigali di voler prendere il controllo delle risorse, in particolare minerarie, del Congo orientale, uno dei motivi per cui il Ruanda sosterrebbe la ribellione dell’M23, all’offensiva da più di due anni nella provincia del Nord Kivu.

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