Apple, Tesla e Intel sono i principali gruppi industriali globali accusati dall’ultimo rapporto di Global witness di utilizzare per i propri prodotti minerali e terre rare provenienti dalla Repubblica democratica del Congo (Rdc). Il rapporto, pubblicato nei giorni scorsi, accusa questi gruppi industriali di adottare uno schema di certificazione accusato di aiutare a “riciclare” i metalli estratti in modo irresponsabile, spesso da manodopera minorile, a costi bassissimi e in condizioni rischiosissime.
di Andrea Spinelli Barrile
Secondo Global witness, un’organizzazione no-profit internazionale, diverse aziende che utilizzano lo schema denominato Tin supply chain initiative (Itsci) dell’International tin association sarebbero colpevoli di alimentare il conflitto. Il programma Itsci richiede alle aziende statunitensi di controllare le loro catene di approvvigionamento al fine di evitare l’uso di minerali legati ad abusi dei diritti umani e guerriglie ma il rapporto di Global witness suggerisce che lo schema non stia adempiendo alla sua missione: la ong avrebbe raccolto “prove convincenti” che mostrano come Itsci consenta il riciclaggio di minerali dalle miniere controllate dalle milizie o l’utilizzo del lavoro minorile. La stessa certificazione ha consentito il traffico di minerali provenienti da zone di conflitto, utilizzati per finanziare gruppi armati.
L’indagine di Global witness su alcune aree minerarie specifiche della Rdc ha rilevato che fino al 90% dei minerali introdotti nel sistema Itsci durante il primo trimestre del 2021 non proveniva da operazioni certificate come conformi agli standard di sicurezza e dei diritti umani e addirittura una parte significativa di quei minerali era collegata a conflitti e violazioni dei diritti umani. Una situazione simile è stata rilevata in almeno dieci località della Rdc. Il rapporto afferma che l’Itsci ha minimizzato e ignorato questi problemi, poiché è gestito da due potenti associazioni di produttori e lavoratori di stagno e tantalio: l’International tin association (Ita) e il Tantalum-niobium international study center (Tic), che rappresentano molti dei principali acquirenti di stagno, tantalio e tungsteno.
Non è la prima volta che le più importanti aziende tecnologiche del mondo vengono collegate ai minerali provenienti da zone di conflitto. Cinque dei più grandi gruppi tech del mondo, Tesla, Apple, Alphabet, Microsoft e Dell, sono stati accusati più volte di essere complici della morte di bambini in Africa costretti a estrarre il cobalto. Global witness afferma che aziende come Apple, Tesla e Intel devono fare di più per garantire che i loro minerali non alimentino conflitti.