La Repubblica Democratica del Congo (Rdc) ha registrato quasi un milione di sfollati dall’inizio dell’anno, a causa delle violenze nell’est del Paese. Lo ha fatto sapere ieri l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim). Secondo la dichiarazione dell’agenzia Onu responsabile per le questioni migratorie attualmente in Rdc ci sono 6,1 milioni di sfollati interni, con un aumento del 17% rispetto all’ottobre 2022.
Da gennaio, la popolazione civile è stata vittima di una recrudescenza delle violenze e degli attacchi perpetrati dai gruppi armati nell’est della Rdc, “con conseguenti perdite di vite umane, sfollamenti massicci e crescente instabilità”, denuncia l’Oim, aggiungendo che la situazione umanitaria continua a deteriorarsi.
L’agenzia Onu avverte anche che “milioni di persone stanno affrontando una grave insicurezza alimentare”. L’Oim ha ricordato l’attacco di un gruppo armato al campo per sfollati di Lala, nell’est della provincia di Ituri, che ha causato la morte di almeno 46 persone, metà delle quali bambini. L’Oim ha condannato con forza questa “grave violazione del diritto umanitario internazionale”, sottolineando che “gli attacchi contro i civili possono costituire crimini di guerra”. “Quest’ultimo orribile attacco dimostra i rischi intollerabili che gli sfollati nella Rdc affrontano quotidianamente”, ha dichiarato Federico Soda, direttore delle operazioni di emergenza dell’Oim.
L’agenzia Onu sottolinea che più di 26 milioni di persone nella Rdc hanno bisogno di aiuti umanitari.
Il Movimento del 23 marzo (M23), un gruppo ribelle dominato dai Tutsi, è ancora attivo nell’est della Rdc. Sconfitto nel 2013, ha ripreso le armi, accusando Kinshasa di non aver rispettato gli accordi sulla sua smobilitazione, ha così ripreso gli attacchi.