La missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite in Repubblica democratica del Congo (Monusco) completerà il suo ritiro dalla nazione centrafricana entro la fine del 2024. Lo si apprende da una dichiarazione ufficiale della Missione.
Il ritiro in tre fasi dei 15.000 uomini della Monusco inizierà nella provincia del Sud Kivu, dove almeno 2.000 membri del personale di sicurezza lasceranno entro la fine di aprile nella prima fase. Dopo di che se ne andranno anche le forze nelle province del Nord Kivu e dell’Ituri: “Dopo 25 anni di presenza, la Monusco lascerà definitivamente la Rdc entro la fine del 2024” si legge nella dichiarazione del portavoce Monusco, Bintu Keita, che ha precisato che la fine della missione non segnerà “la fine delle Nazioni unite ” nel Paese. Le Nazioni unite e i funzionari congolesi stanno lavorando congiuntamente per produrre un piano di disimpegno per “un ritiro progressivo, responsabile, onorevole ed esemplare della Monusco”, cosa confermata dal ministro degli Esteri congolese Christophe Lutundula. Sono già stabilite le modalità per “il trasferimento graduale dei compiti dalla Monusco al governo congolese”.
La Monusco è arrivata in Congo nel 2010 dopo aver preso il posto di una precedente missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite; l’obiettivo della missione è proteggere i civili e il personale umanitario e sostenere il governo congolese nei suoi sforzi di stabilizzazione e di consolidamento della pace. Tuttavia, nel corso degli anni, il Congo orientale ha continuato a essere devastato da più di 120 gruppi armati, che cercano una spartizione delle risorse della regione come l’oro e le terre rare e cercano di proteggere le loro comunità. La violenza è dilagata in omicidi di massa e ha causato lo sfollamento di quasi 7 milioni di persone.