Vi ricordate la storiella di Bertoldo? Fu condannato a morte, ma ottenne di poter scegliere l’albero al quale essere impiccato. Lui scelse un albero di fragole e quindi ebbe salva la vita. Ebbene, l’elezione del Presidente della Repubblica Democratica del Congo potrebbe finire allo stesso modo. E questo grazie a una sentenza della Corte costituzionale, contro la quale ieri sono scesi in strada migliaia di persone, che garantirebbe al Presidente Joseph Kabila la possibilità di rimanere al potere se non ci fossero elezioni (che lui stesso dovrebbe aiutare a organizzare). Ergo si spalancano le porte di una presidenza a vita. Ma andiamo con ordine.
Alcune settimane fa, un gruppo di parlamentari della maggioranza ha chiesto alla Corte costituzionale di Kinshasa se, alla fine del suo mandato, il Presidente della Repubblica potesse continuare a esercitare la sua funzione nel caso non si riuscisse a organizzare le elezioni presidenziali entro le scadenze fissate dalla Costituzione. La Corte ha risposto con una sentenza nella quale si afferma: «Per consacrare il principio della continuità dello Stato affermato dall’articolo 69 della Costituzione, l’articolo 70, paragrafo 2, permette al Presidente della Repubblica in carica di rimanere in funzione fino all’effettiva installazione del nuovo eletto».
Quindi se la Commissione elettorale non riuscirà a organizzare le prossime elezioni presidenziali (previste per novembre), il Presidente rimarrebbe in carica. Formalmente della mancata organizzazione delle elezioni non è responsabile Kabila, ma il Governo, perché non ha assicurato i finanziamenti indispensabili, e il Parlamento, perché non ha approvato le leggi necessarie. Ma, fanno notare gli esperti della Rete Pace per il Congo, un gruppo di missionari, missionarie e laici che hanno vissuto in Repubblica Democratica del Congo e ora in Italia continuano a impegnarsi per il Paese africano, questo non è vero. Secondo la Costituzione, infatti, «Il Presidente […] veglia sul rispetto della Costituzione e assicura […] il regolare funzionamento dei pubblici poteri e delle istituzioni». Quindi, se non vengono organizzate le elezioni, entro le scadenze fissate dalla Carta fondamentale, anche il Presidente ne è responsabile. Ma, attualmente, Joseph Kabila non ha alcun interesse a indire una tornata elettorale perché, grazie alla sentenza della Corte costituzionale, può comunque rimanere in carica e lo può fare senza limiti di tempo. Anche se non potrebbe più ricandidarsi perché è già stato in carica per due mandati.
«In tale situazione – spiegano gli esperti di Rete Pace per il Congo – il rischio è che un Presidente abbia il via libera per poter decidere di rimanere alla guida del Paese a tempo indeterminato, apportando sempre nuovi motivi per rinviare continuamente le elezioni all’infinito». E alla fine, proprio come Bertoldo, Kabila troverà un espediente per rimanere ancora (politicamente) in vita.