In un comunicato i ribelli burundesi del Red-Tabara sostengono che continua il dispiegamento di militari regolari burundesi e di miliziani affiliati Imbonerakure nel territorio di Uvira, Sud-Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo.
I ribelli, in lotta contro l’attuale regime burundese del Cndd-Fdd, nascosti nell’est congolese, sostengono che 600 uomini sono arrivati a Mubere, verso Kageregere, aggiungendosi “ai 1.500 già stabilmente insediati”. I ribelli sostengono inoltre che il Cndd-Fdd, la formazione al potere in Burundi, “accentua la sua collaborazione con le Fdlr e le Adf”, riferendosi a due gruppi armati autori di efferati crimini nella zona, per “proseguire la guerra contro il movimento di resistenza Red-Tabara”. Il gruppo, il cui acronimo significa “resistenza per uno stato di diritto”, afferma inoltre che continuerà la lotta fino alla liberazione del Burundi dal “regime fascista” in carica.
In rete molti osservatori si interrogano sulla veridicità delle notizie sull’ingresso in Congo di così tanti uomini armati dal Burundi. Ai primi di gennaio, la presenza di presunti soldati burundesi (o di loro milizie ‘paramilitari’ alleate) era stata segnalata da fonti della società civile e da una fonte a Gitega.
La vicenda riaccende i riflettori sulla questione della presenza, o occupazione, di eserciti stranieri nelle province orientali dell’ex Zaire, ricchissime di risorse minerarie e agricole, e da decenni teatro di crisi armate cicliche, precedute da due guerre civili con coinvolgimento internazionale e occupazione di Rwanda e Uganda.
A dicembre, un accordo generale di difesa e sicurezza per lo svolgimento di operazioni contro gruppi armati nell’Ituri e nel Nord Kivu, due province nord-orientali della Repubblica Democratica del Congo, è stato firmato a Bunia (Ituri) dal ministro della Difesa congolese Gilbert Kabanda e dal suo omologo ugandese Vincent Bamalangaki. Fonti ufficiali lo hanno presentato come un accordo generale, un quadro per mettere in comune le forze armate congolese e ugandese, in particolare nella lotta contro le Adf (Allied Democratic Forces), gruppo ribelle di origine ugandese accusato di aver commesso recenti attentati a Kampala. Nella provincia del Nord-Kivu, peraltro, fonti locali riferiscono regolarmente della presenza di uomini in divisa rwandesi in territorio congolese.
La presenza di militari stranieri, che si aggiungono ai caschi blu della missione delle nazioni Unite, la Monusco, è accolta con circospezione da alcune comunità locali, già costrette a subire le minacce delle centinaia di fazioni armate attive nella regione, e in alcuni casi strumentalizzate dalle potenze limitrofe e non solo.