Nella Rd Congo, i lavoratori esposti ai pesticidi hanno denunciato di essere diventati impotenti. La loro denuncia è stata raccolta da Human Rights Watch (Hrw). Il dito è puntato contro Feronia, una società britannica che opera in Africa, nel settore dell’olio di palma. Secondo Hrw, Feronia non avrebbe fornito ai lavoratori adeguati dispositivi di protezione e ciò li avrebbe esposti agli effetti nocivi degli agenti chimici.
La banca di sviluppo del governo britannico (Cdc) possiede il 38% di Feronia, società con sede in Canada. La dirigenza ha dichiarato di essersi impegnata a operare secondo gli standard internazionali e ha affermato di aver investito molto negli equipaggiamenti protettivi che tutti i lavoratori avrebbero dovuto indossare. L’azienda ha aggiunto di aver speso in dispositivi di protezione individuale negli ultimi tre anni e che i lavoratori erano stati addestrati a utilizzare apposite attrezzature sul posto di lavoro.
Feronia e la sua filiale locale, Plantations et Huileries du Congo (Phc), impiegano migliaia di lavoratori nelle piantagioni di olio di palma nella Rd Congo. Phc ha ricevuto milioni di dollari dalle banche di sviluppo di Belgio, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito. «Queste banche possono svolgere un ruolo importante nella promozione dello sviluppo, ma stanno sabotando la loro missione, non riuscendo a garantire che l’azienda che finanziano rispetti i diritti dei suoi lavoratori e delle comunità nelle piantagioni», ha dichiarato la ricercatrice di Hrw Luciana Téllez-Chávez.
In un rapporto intitolato Un mix tossico di abusi nelle piantagioni di palma da olio del Congo, Hrw ha dichiarato di aver intervistato una quarantina di lavoratori e due terzi di loro hanno detto di essere diventati «impotenti da quando hanno iniziato il lavoro».
L’impotenza – insieme a mancanza di respiro, mal di testa e perdita di peso, di cui si lamentavano i lavoratori – sono problemi di salute «coerenti con l’esposizione ai pesticidi in generale, come descritto nella letteratura scientifica», ha affermato Hrw. «Molti hanno anche sofferto di irritazione cutanea, prurito, vesciche, problemi agli occhi o visione offuscata – tutti sintomi che sono coerenti con ciò che i testi scientifici e le etichette dei prodotti descrivono come conseguenze sulla salute dell’esposizione a questi pesticidi», ha aggiunto il gruppo di difesa dei diritti umani.