«Sono stati fatti progressi ma permangono forti timori che le elezioni del 23 dicembre possano essere falsate». È il messaggio che il Segretario Generale della Conferenza Episcopale Congolese (Cenco), don Donatien Nshole, ha trasmesso a una conferenza sulla situazione nella Rd Congo. La conferenza è stata organizzata a margine della 39a Sessione del Consiglio Onu dei diritti dell’uomo che si è tenuta a Ginevra dal 10 al 28 settembre.
Don Nshole ammette che sono stati onorati alcuni punti fondamentali degli Accordi di San Silvestro del 2016: rispetto del calendario elettorale, registrazione dei candidati, pubblicazione delle liste elettorali. Il Presidente Josesph Kabila inoltre ha deciso di non presentarsi per cercare di ottener un terzo mandato in violazione della Costituzione.
Ma resta ancora molto da fare perché il voto del 23 dicembre sia veramente credibile. Tra le questioni da risolvere vi sono l’adozione delle macchine elettorali elettroniche, che suscitano il timore da parte dell’opposizione che possano essere truccate. Il Segretario Generale della Cenco auspica che, se maggioranza e opposizione non trovano un accordo sul loro uso, si torni al metodo di voto tradizionale.
Forti perplessità provoca inoltre la decisione del governo di non ricorrere all’aiuto internazionale per la complessa macchina logistica necessaria per organizzare i seggi in tutto l’immenso Paese (che si estende per 2.345.000 km² ). Tanto più che il Sud e il Nord Kivu, nell’est del Paese, sono sconvolte dalle violenze di gruppi armati e dalla diffusione del virus Ebola.
«Il governo ha sollevato problemi di finanziamento per rinviare le elezioni programmate per la fine del 2016. Ma ora all’ultimo minuto abbiamo abbastanza soldi da non essere interessati al finanziamento esterno? Era una questione di finanziamento o volontà politica? È ridicolo che un Paese ricco come il Congo non possa avere il denaro per organizzare le elezioni entro i termini imposti dalla Costituzione. Non si può improvvisare, va messo in bilancio», ha sottolineato don Nshole.
La Chiesa ha formato 40.000 osservatori elettorali, che sono tanto più importanti, visto che non sono stati invitati esperti stranieri, per accertare la correttezza del voto.
Don Nhsole dopo aver ricordato il ruolo fondamentale avuto dalla Chiesa nell’opporsi a Mobutu negli anni Novanta del secolo scorso, ha detto: «Alcuni ancora credono che la Chiesa ce l’abbia personalmente con il Presidente Kabila. Dobbiamo rileggere la storia per capire che la Chiesa è stata nel suo ruolo. Continuo a dire agli avversari che si congratulano con noi perché le nostre posizioni soddisfano i loro interessi: ripensateci. Un domani se sarete al potere, in un certo senso, vi soffieremo sul collo» perché il ruolo della Chiesa «è di vegliare. La nostra missione di pastori è di essere come delle sentinelle».