È iniziata ufficialmente ieri la campagna vaccinale anti-Ebola nella città nord-occidentale di Mdandaka, nella Repubblica Democratica del Congo, dove un focolaio di febbre emorragica in corso ha già causato la morte di due persone, parenti tra loro, la settimana scorsa. La spinta all’immunizzazione, hanno spiegato le autorità sanitarie congolesi e l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in un comunicato stampa congiunto, si basa su una “strategia ad anello” in cui tutte le persone che hanno avuto contatti con un paziente contagiato da Ebola devono ricevere il vaccino, insieme agli operatori sanitari e al personale in prima linea.
I tre team dell’Oms inviati a Mdandaka per la campagna vaccinale hanno tracciato e identificato oltre 230 contatti del paziente zero di questo nuovo focolaio. La Repubblica democratica del Congo ha registrato 14 focolai di Ebola dal 1976, sei solo dal 2018 .
Il farmaco utilizzato si chiama rVsv-Zebov ed è di produzione canadese e statunitense, approvato per uso medico nel 2019 e venduto con il nome commerciale di Ervebo: si tratta di un vaccino costituito dal virus della stomatite vescicolare ricombinante attenuato ed è attualmente prodotto da Merck. Da Goma sono state inviate già 200 dosi di vaccino, che prevede una prima dose e un richiamo. Nel 97,5% dei casi si è dimostrato efficace nell’arresto della trasmissione di Ebola, rispetto a nessuna vaccinazione.
“Con vaccini efficaci a portata di mano e l’esperienza degli operatori sanitari nella Repubblica Democratica del Congo nella risposta all’Ebola, è possibile cambiare il corso di questa epidemia”, ha affermato Matshidiso Moeti, direttore regionale dell’Oms per l’Africa.
