La febbre emorragica da Ebola continua a mietere vittime nella parte orientale della Rd Congo. Duemila persone sono state colpite dal terribile virus e sono sotto osservazione medica. L’ultima valutazione del Ministero della salute congolese parla di 49 morti: 22 morti sono certamente legati all’ebola, gli altri 27 sono comunque legati alle conseguenze del virus.
L’epidemia è stata dichiarata il 1° agosto nella regione di Beni del Nord Kivu. La maggior parte delle morti si è registrata nella città agricola di Mangina. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che «non tutte le catene di trasmissione sono state identificate». Il ministro della salute congolese getta però acqua sul fuoco. Oly Ilunga Kalenga afferma: «Il periodo di incubazione è di 21 giorni. Dall’inizio e dalla dichiarazione dell’epidemia abbiamo implementato una serie di misure convenzionali di sorveglianza e assistenza per cercare di individuare i casi sospetti, identificare i casi confermati, seguire i contatti, cercare di vaccinare tutti gli operatori sanitari e tutti coloro che sono entrati in contatto col virus. Queste misure sono destinate a spezzare la catena di trasmissione del virus. Ma, considerato il periodo di incubazione, c’è una serie di persone che sono state esposte al virus e possono ancora sviluppare la malattia. Ma questo trend sta diminuendo di giorno in giorno».
