Rd Congo: la battaglia per la pace del Nobel Denis Mukwege, candidato alle presidenziali

di claudia

Denis Mukwege, il medico congolese noto per il suo impegno per la pace e contro le violenze derivanti dalla guerra, che gli è valso anche un Premio Nobel per la pace nel 2018, ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali della Repubblica Democratica del Congo, in programma il 20 dicembre. “Non lo faccio per interesse personale o per il potere, ma per salvare la mia patria. Domani sarebbe stato troppo tardi”. Mukwege è diventato famoso in tutto il mondo per aver eseguito un intervento di chirurgia ricostruttiva su donne che erano state violentate nell’est del Paese devastato dalla guerra.

In una conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi a Kinshasa, Mukwege ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per la guida della Repubblica Democratica del Congo, mettendo così fine a mesi di voci che lo volevano in corsa. “Non aspetterò il 2028 – ha detto Mukwege in conferenza stampa – non lo faccio per interesse personale o per il potere, ma per salvare la mia patria. Domani sarebbe stato troppo tardi, per questo motivo sto agendo ora”.

Il programma di Denis Mukwege sarà basato su 12 pilastri, tra cui due principali: la pace, la sicurezza e la difesa. Il suo discorso è iniziato con un minuto di silenzio in onore di tutte le vittime dei conflitti in Congo.

Mukwege dovrebbe ora presentare rapidamente la sua candidatura, successivamente, inizierà la campagna elettorale per le elezioni presidenziali. Al momento sono poco meno di venti i candidati che hanno già manifestato le proprie ambizioni. Di questi sette hanno ufficialmente presentato le rispettive candidature. A candidarsi per un secondo mandato sarà il presidente uscente Félix Tshisekedi. 

Denis Mukwege, 68 anni, è conosciuto in tutto il mondo per aver eseguito un intervento di chirurgia ricostruttiva su donne che erano state violentate nell’est del Paese devastato dalla guerra. Il suo ospedale – riporta la Bbc – ha finora curato più di 50.000 sopravvissute alla violenza sessuale. Negli anni il medico congolese si è affermato come uno dei massimi esperti mondiali nel suo campo.

La sua passione – che potremmo anche definire vocazione – per la medicina è iniziata da giovanissimo, quando accompagnava il padre predicatore nelle sue visite ai malati della comunità. Comprese subito che avrebbe voluto diventare medico. La sua formazione è iniziata in Burundi, presso la facoltà di medicina e chirurgia, per poi specializzarsi in Francia, all’Università di Angers, in ginecologia ed ostetricia.

La spinta che lo avrebbe portato a candidarsi, riporta la Bbc, ha a che fare con una vicenda personale di poco più di dieci anni fa, quando nel 2012 è stato vittima di un grave episodio di violenza.

Nel 2012, in un discorso alle Nazioni Unite, il dottor Mukwege ha espresso apertamente delle critiche contro il governo di Joseph Kabila, a quel tempo presidente e contro altri Paesi che non erano stati in grado di fermare quella che ha definito “una guerra ingiusta che ha utilizzato la violenza contro le donne e lo stupro come strategia di guerra”.

Dopo un mese da quel discorso uomini armati hanno fatto irruzione nella sua casa, tenendo in ostaggio lui e le sue figlie. A seguito di ciò è fuggito in Svezia e in Belgio, da cui è rientrato solo un anno dopo. Per farlo tornare si era attivata una vera campagna di solidarietà, che ha visto protagoniste diverse donne locali le quali sono riuscite a raccogliere i fondi per pagare il suo biglietto di ritorno. Un gesto di vicinanza della sua comunità che Mukwege non ha dimenticato.

Determinato a porre fine alle violenze, ha commentato così la sua decisione di candidarsi: “Dopo quel gesto, non potevo davvero dire di no. E inoltre, sono determinato a contribuire a combattere queste atrocità, questa violenza”, ha riferito alla BBC.

Il medico si candida in un panorama elettorale molto complesso. Giusy Baioni del fattoquotidiano.it ha commentato l’elezione in una puntata di “Nessun luogo è lontano” a Giampaolo Musumeci su Radio24: “Mukwege si candida con una carta nuova, ovvero il sostegno dalla popolazione, presentandosi senza avere alle spalle un percorso politico precedente che possa in qualche modo ‘sporcarne’ l’immagine”. Un vantaggio che – sottolinea Musumeci – potrebbe essere al contempo un deficit, la sua vera vulnerabilità. Mukwege è esterno a un meccanismo politico già “oliato” di personaggi già parte di un sistema. Determinanti per orientare il voto in Repubblica Democratica del Congo, spiega Baioni, saranno anche le appartenenze di tipo “tribale e regionale”. Ancora oggi conta molto il provenire da una regione o un’altra sul tipo di voto, aldilà del programma elettorale.

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