Rd Congo, la Francia condanna il sostegno dei Ruanda a ribelli M23

di claudia
ribelli m23

La Francia ha condannato apertamente il sostegno del Ruanda al movimento ribelle M23 nella Repubblica Democratica del Congo orientale, sospettato di aver massacrato almeno 131 civili a fine novembre. In una dichiarazione rilasciata dalla portavoce del ministero degli Esteri francese Anne-Claire Legendre, Parigi condanna “il sostegno del Ruanda al gruppo M23 e chiede che i processi di Luanda e Nairobi siano pienamente attuati”. Lo riporta Radio France Internationale.

Il Movimento del 23 marzo è una ribellione a maggioranza tutsi fondata nel 2012 che ha ripreso le armi alla fine dell’anno scorso, conquistando ampie porzioni di territorio a nord di Goma, il capoluogo della provincia del Nord Kivu, nella Rdc orientale.

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato la scorsa settimana, i ribelli dell’M23 hanno ucciso almeno 131 civili – tra cui 17 donne e 12 bambini – a novembre, dove le persone sono state arbitrariamente uccise a colpi di arma da fuoco o a coltellate in due villaggi della RDC orientale.

Le autorità congolesi, gli esperti delle Nazioni Unite e i diplomatici statunitensi affermano che il movimento M23 è sostenuto dal Ruanda, ma il presidente ruandese Paul Kagame ha respinto qualsiasi legame con le azioni del gruppo.

Kagame la scorsa settimana si è espresso a riguardi dicendo che “Il problema non è stato creato dal Ruanda e non è un problema del Ruanda. È un problema del Congo”. Dopo i commenti di Kagame, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato il Ruanda a “usare la sua influenza” sul movimento ribelle M23 e ha dichiarato di “sostenere pienamente” l’accordo di Luanda per trovare una via d’uscita dal conflitto nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo.

“Se verrà attuato, credo che offrirà una straordinaria opportunità di porre fine al conflitto e, auspicabilmente, di portare una stabilità duratura nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo”, ha dichiarato giovedì scorso Blinken in una conferenza stampa, riferendosi a un accordo mediato dall’Angola che chiede la fine del conflitto nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Il Segretario di Stato americano ha anche invitato “tutte le parti” a usare la loro influenza sulle Fdlr, un movimento hutu formato da alcuni degli autori del genocidio tutsi del 1994 in Ruanda.

Nel frattempo, nel fine settimana sono ripresi gli scontri tra i ribelli dell’M23 e i gruppi armati rivali, dopo 10 giorni di relativa calma. I combattimenti sono stati segnalati nei pressi di Bwiza, a circa 40 chilometri a nord di Goma, sul fronte occidentale dell’M23 nel territorio di Masisi.

Scontri simili erano stati segnalati nell’area il 6 dicembre, quando l’M23 aveva accettato un cessate il fuoco con l’esercito congolese (Fardc) e aveva annunciato di essere pronto a ritirarsi dalle aree che aveva recentemente conquistato. Non c’è stato alcun ritiro, ma il cessate il fuoco ha più o meno retto.

Tuttavia, la tregua non include altri gruppi armati della regione, alcuni dei quali stanno cercando di fermare l’avanzata dell’M23. Tra questi, i filo-hutu Nyatura e l’Alleanza patriottica per un Congo libero e indipendente (Apcls) – composta per lo più da combattenti di etnia hunde – in una coalizione dedicata a contrastare l’M23.

I ribelli dell’M23 hanno ripreso a combattere alla fine del 2021 dopo aver accusato Kinshasa di non aver rispettato l’accordo per l’integrazione dei suoi combattenti nell’esercito congolese. 

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