Dopo due giorni di durissime e a tratti violente proteste, con la morte di una quindicina di manifestanti, il ferimento di oltre cinquanta, e persino la morte di tre caschi blu a Butembo, in Nord Kivu, est della Repubblica democratica del Congo, e il saccheggio di alcuni magazzini delle Nazioni unite a Goma, la reazione della Missione delle Nazioni unite in Repubblica democratica del Congo (Monusco) è apparentemente di resa.
Ieri InfoAfrica ha ricevuto alcuni video delle proteste, in cui si possono osservare alcuni membri delle Nazioni unite, perlopiù funzionari in borghese con giubbotto antiproiettile e caschetto blu in testa, che trasferiscono scatoloni di documenti ed effetti personali su dei furgoni in quella che sembra una sorta di evacuazione dall’est della Rdc.
I manifestanti, da lunedì mattina, chiedono la partenza della Missione Onu dall’est della Rdc, dopo 20 anni di presenza massiccia e in seguito alla violentissima ripresa delle attività di decine di gruppi armati che operano in tutto l’est della Rdc, lungo i confini con Uganda, Rwanda e Burundi. Già lunedì i manifestanti, a decine, avevano attaccato un magazzino della forza Monusco e saccheggiato gli uffici, portando letteralmente via ogni cosa e chiedendo che la missione se ne andasse perché fallimentare, per non aver protetto i civili nella regione, afflitta da decenni di violenza delle milizie. Ieri la Reuters ha riferito che i caschi blu avrebbero sparato proiettili veri contro alcuni manifestanti che lanciavano pietre, vandalizzavano le cose e appiccavano incendi dentro e fuori gli edifici dove hanno sede gli uffici della Missione. Alcuni manifestanti hanno preso d’assalto le case del personale locale della Monusco, che per precauzione sarebbero state evacuate con un convoglio di veicoli scortati dall’esercito congolese. Kassim Diagne, il vice capo missione, ha assicurato in un tweet che i caschi blu si sono astenuti dallo sparare: “Erano sottoposti a una pressione tremenda, le persone li hanno spinti all’estremo per raggiungere questi magazzini e la forza si è trattenuta”.
L’ufficio del segretario generale delle Nazioni unite ha affermato ieri sera che qualsiasi attacco alle forze di pace potrebbe costituire un crimine di guerra. Guterres ha invitato le autorità congolesi a indagare sugli incidenti. Ieri sera a Kinshasa le autorità congolesi e della Monusco hanno annunciato l’istituzione di una commissione d’inchiesta mista per stabilire le responsabilità delle sparatorie che hanno causato vittime.
Ieri il portavoce del governo congolese Patrick Muyaya ha annunciato la morte di tre caschi blu e ha detto che ulteriori informazioni saranno fornite nel corso delle prossime ore circa il bilancio umano e logistico delle proteste. La Monusco non ha ancora commentato la morte dei tre militari.
Le proteste sono state convocate dall’ala giovanile del partito Udps, che fa capo al presidente della Rdc Felix Tshisekedi, il quale tuttavia ha condannato le proteste e invocato la calma.