di Valentina Milani
Dall’inizio dell’anno, una media di nove persone sono state uccise ogni giorno nella Repubblica Democratica del Congo da membri di gruppi armati, secondo quanto dichiarato ieri la capa della Missione delle Nazioni Unite (Monusco), Bintou Keita, al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite.
“La situazione dei diritti umani continua a risentire della violenza armata nelle province di Ituri, Mai-Ndombe, Kwilu, Kwango, Kongo-Centrale, Kinshasa e Nord e Sud Kivu, e del graduale aumento delle tensioni politiche mentre il Paese si prepara alle elezioni del dicembre 2023. Le violazioni dei diritti umani e gli abusi nelle zone di conflitto hanno portato a un numero crescente di vittime e hanno esacerbato le disuguaglianze sociali”, ha precisato Keita condannando gli atti di violenza tra “gruppi armati alleati del governo e l’M23” a Masisi negli ultimi dieci giorni, che hanno causato più di 84.000 sfollati interni.a
“Invito le autorità e gli altri partner a livello locale e nella subregione a proseguire i processi politici per far cessare le ostilità e garantire una stabilità a lungo termine. La Monusco sostiene questi processi politici e l’attuazione di operazioni militari congiunte con le forze armate nazionali per il disarmo definitivo dei gruppi armati nazionali e stranieri”, ha dichiarato Bintou Keita.
Ha quindi invitato l’M23 a smantellare la sua amministrazione parallela e a tornare alle sue posizioni sul terreno, come stabilito dalla roadmap di Luanda. “La loro presenza e il loro attivismo stanno peggiorando la situazione umanitaria e dei diritti umani”, ha aggiunto.