Rd Congo, Msf invoca accesso alle zone di conflitto nell’est

di claudia

L’organizzazione internazionale Medici senza frontiere (Msf) ha chiesto alle Nazioni unite di consentire loro di fornire assistenza alle comunità bisognose nelle zone di conflitto dell’Ituri, nel nord-est della Repubblica democratica del Congo. Lo riporta un comunicato stampa di Medici senza frontiere.

Nonostante l’annullamento del viaggio del segretario generale dell’Onu, previsto per ieri a Goma nel nord-Kivu, una delegazione delle Nazioni Unite guidata dal Segretario generale per le operazioni di mantenimento della pace Jean-Pierre Lacroix è arrivata ieri a Bunia, capitale dell’Ituri. Lacroix “incontrerà le persone colpite dalla violenza che sta scuotendo questa regione”. L’arrivo di questa delegazione “ci offre l’opportunità di interrogare l’Onu, la comunità di donatori e umanitari sul dispiegamento di assistenza di fronte alla crisi nell’Ituri” scrive Msf nel comunicato stampa.

L’assistenza umanitaria deve rispettare i principi neutralità e imparzialità, ha sottolineato l’organizzazione medica, un aiuto attualmente “compromesso dalla violenza ma anche dal mancato dispiegamento a tutte le comunità che ne sono vittime”. Secondo Msf infatti, i vincoli di “sicurezza” ma anche “logistici” impediscono agli operatori umanitari di raggiungere le comunità più isolate. Msf è oggi una delle poche organizzazioni umanitarie presenti nell’Ituri, provincia che è tornata alla violenza dalla fine del 2017 dopo un decennio di calma.

Nel giugno 2021, uomini armati hanno preso d’assalto l’ospedale di Boga, dove lavorano operatori Msf, e nell’ottobre dello stesso anno uomini armati hanno sparato contro il veicolo di una squadra di Msf che si era recata nella zona sanitaria di Bambu per assistere le popolazioni isolate. Due delle cinque persone a bordo sono rimaste ferite.

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