Si susseguono gli attacchi armati in Repubblica Democratica del Congo, nelle province nord-orientali di Ituri e Nord Kivu nelle quali, da inizio maggio, è in vigore la legge marziale che dovrebbe “porre fine rapidamente all’insicurezza che uccide quotidianamente i nostri concittadini in questa parte del Paese”, secondo quanto dichiarato a suo tempo dal portavoce del governo Patrick Muyaya, che aveva preannunciato la misura.
Lunedì scorso, nella provincia dell’Ituri, durante gli scontri in corso nella città è stato oggetto di un attacco anche l’ospedale di Boga, supportato da Medici Senza Frontiere (MSF). Il bilancio complessivo – riferito dall’organizzazione – è di circa 12 morti, tra cui 10 civili, e la distruzione completa della struttura. Diverse aree sono state bruciate, compresa l’unità di terapia intensiva, mentre la farmacia e lo stock di materiali medici sono stati saccheggiati. I feriti ricoverati, in tutto 9, sono stati trasferiti presso l’ospedale generale di Gety, altra struttura sanitaria supportata da MSF.
“In poche ore hanno bruciato tutto, nonostante avessimo più volte rivendicato con forza quanto questa struttura fosse importante per gli abitanti della regione” dichiara Frédéric Lai Manantsoa, capomissione di MSF in Rdc. Negli ultimi mesi, MSF aveva ripetutamente lanciato l’allarme per le condizioni di insicurezza nella regione, a cui va aggiunto l’aumento del livello di malnutrizione infantile e dei casi di violenza sessuale, che costringono le donne a non lavorare più nei campi. “Gli ospedali nelle zone di conflitto devono rimanere luoghi protetti e neutrali. Chiunque sia coinvolto nei combattimenti in Ituri deve rispettare i malati e l’azione umanitaria degli operatori sanitari” ha precisato Lai Manantsoa.
E’ inoltre di oggi la triste notizia che nove civili sono stati uccisi nell’ultimo attacco nella parte orientale della RD Congo attribuito a milizie delle Forze Democratiche Alleate (Adf). Lo si apprende dal giornale locale Congo Actu che cita fonti locali secondo le quali l’agguato ha preso di mira gli agricoltori al confine tra le province del Nord Kivu e dell’Ituri. L’amministratore del distretto di Beni, Donat Kibwana, ha detto che nove corpi sono stati portati all’obitorio della città di Oicha. Altri testimoni hanno però riferito ai media locali che sono stati recuperati 13 corpi nella boscaglia, il che porterebbe il bilancio delle vittime a 22. Ma questo bilancio non è confermato.