Più di 15.000 civili sono stati uccisi negli ultimi 15 anni nel territorio di Beni, nel Nord Kivu, così come a Irumu e Mambasa nell’Ituri, aree della Repubblica Democratica del Congo (Rdc) sotto l’influenza del gruppo armato Forze democratiche alleate (Adf) di origine ugandese. Il dato è emerso da un rapporto parlamentare presentato a Kinshasa da due deputati della maggioranza presidenziale, Tembos Yotama e Mbenzé Mbusa, e ripreso da Radio France Internationale.
Dal 2008 al 2012, i massacri sono stati meno intensi, rappresentando l’1% delle 15.500 vittime registrate negli ultimi anni. Tra il 2013 e il 2018, il conteggio è esploso a più di 8.000 morti, secondo il rapporto. Il documento di 1.000 pagine sottolinea che alcune località sono state visitate dall’Adf più volte in un anno. Nel 2020, ad esempio, sono stati registrati 989 attacchi in 280 città”, ha spiegato il deputato Mbusa Mbenze. Questi attacchi hanno causato 2.695 vittime. Nel 2021 sono stati registrati 1.019 attacchi che hanno causato 4.428 vittime.
Secondo la medesima fonte un terzo delle 15.000 vittime è stato registrato durante gli 11 mesi di stato d’assedio nel territorio di Beni, nel Nord Kivu, e di Irumu e Mambasa, nell’Ituri.