Nel 2024, più di un milione di persone, pari a circa il 18% della popolazione totale della provincia congolese dell’Ituri, sono state colpite dalla doppia crisi umanitaria e di sicurezza che scuote questa regione da diversi anni.
Queste cifre allarmanti sono state rivelate dall’Ong Medici Senza Frontiere (Msf) ieri a Bunia, durante la presentazione del suo nuovo rapporto di sensibilizzazione intitolato “Rischiare la vita per salvare vite”.
Nella sua presentazione, riporta Radio Okapi, la responsabile della missione Msf, Alira Halidou, ha tracciato un quadro fosco dell’impatto della situazione di sicurezza sugli interventi umanitari nell’Ituri, in particolare nelle zone sanitarie di Angumu, Drodro e Bunia. L’organizzazione fornisce supporto umanitario e sanitario alle persone colpite dalla violenza.
Il rapporto evidenzia anche le toccanti testimonianze delle vittime di violenza sessuale, i continui spostamenti delle popolazioni e i numerosi ostacoli che impediscono l’accesso alle aree di intervento. Una situazione aggravata dalla recrudescenza della violenza nella regione di Fataki, teatro di scontri armati.
Msf sta allertando la comunità internazionale e altre organizzazioni umanitarie sul crescente deterioramento delle condizioni umanitarie e sanitarie nell’Ituri, mentre l’attenzione è da mesi concentrata sul Nord Kivu.
“Medici Senza Frontiere deve lanciare l’allarme affinché l’Ituri non cada nell’oblio, mentre l’est della Repubblica Democratica del Congo sta attraversando una profonda crisi. Dobbiamo richiamare l’attenzione dei donatori sulle cause dei tagli al bilancio e sulle loro conseguenze per le popolazioni più vulnerabili”, ha ricordato Alira Halidou.
L’Ong raccomanda al governo congolese di garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di tutte le parti coinvolte nel conflitto e di stanziare risorse adeguate per rafforzare il sistema sanitario nell’Ituri.
