La Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc) ha annunciato la proroga di un anno del mandato della sua forza di mantenimento della pace nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc). Questa decisione arriva in un contesto di persistente violenza nell’est del Paese, dove gli scontri tra le forze armate congolesi e i gruppi armati continuano a ostacolare la stabilità regionale e ad esacerbare la crisi umanitaria.
Questa missione della Sadc nella Rdc è dispiegata lì dal 15 dicembre 2023, per sostenere gli sforzi del governo congolese nel ripristinare la pace e la sicurezza, in particolare nell’est del paese dove la violenza persiste nonostante diversi tentativi di stabilizzazione.
“Abbiamo il dovere di rafforzare la nostra determinazione e tracciare un percorso che ci permetta di vincere questa battaglia per la pace e i diritti delle popolazioni della parte orientale della Rdc a una buona vita e al benessere, allo sviluppo, alla giustizia e a istituzioni forti”, ha detto il presidente Emmerson Mnangagwa, presidente ad interim della Sadc nonché presidente dello Zimbabwe.
Il mandato ampliato consentirà alla missione della Sadc nella Rdc di mantenere le sue attività di sostegno alla stabilizzazione, protezione dei civili e facilitazione del dialogo tra le parti in conflitto. Gli Stati membri della Sadc hanno inoltre accolto con favore i continui sforzi del Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione africana e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che stanno collaborando con la Sadc per esplorare nuove vie di sostegno alla Missione.
La missione Sadc in ex Zaire consiste in un dispiegamento di 4.500 soldati provenienti dal Malawi, dal Sudafrica e dalla Tanzania a sostegno delle forze armate congolesi per contrastare l’instabilità della sicurezza nell’est del Paese. Va ricordato che diversi gruppi armati, tra cui fazioni ribelli e milizie locali, stanno sfidando l’autorità dello Stato congolese, in particolare nelle province dell’Ituri e del Nord Kivu. Secondo le Nazioni Unite, questa insicurezza ha causato lo sfollamento di oltre 2,8 milioni di persone nelle province di Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu.