Almeno dodici persone, tra cui sette donne, due soldati congolesi e un aggressore sono stati uccisi a Beni nella notte tra lunedì e martedì. Secondo alcuni esponenti della società civile si tratterebbe di un nuovo attacco dei ribelli jihadisti dell’Adf.
La prima azione è avvenuta alle 21, ora locale, nel distretto di Butanuka, nella zona sud-est di Beni. Un gruppo di aggressori composto da uomini donne e bambini, sono arrivati a una postazione dell’esercito congolese e hanno cercato di saccheggiarla. L’esercito e la polizia sono intervenuti. Gli scontri sono durati circa un’ora. Nella fuga, per vendetta, gli assalitori hanno giustiziato alcuni civili con machete e armi da fuoco.
La violenza è ripresa la mattina successiva, quando alcuni dei residenti fuggiti sono tornati per assistere i feriti e contare i corpi delle vittime. Questi piccolo gruppo è stato assalito dai miliziani che si erano nascosti per tendere un’imboscata.
La società civile punta il dito verso le forze di sicurezza. «Com’è che l’esercito non è stato in grado di respingere tutti gli attaccanti e proteggere la zona?» si chiede Kizito Bin Hangi, il presidente della società civile.
Un’indignazione condivisa dai tassisti dei motocicli, che in mattinata hanno dimostrato in città mostrando i cadaveri di una coppia di motociclisti morti il giorno prima. I cittadini di Beni chiedono ora un’offensiva dall’esercito congolese contro i ribelli dell’Adf.