Dopo le violenze dei giorni scorsi montano le polemiche interne e internazionali sulle responsabilità degli incidenti che hanno devastato Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo. La maggioranza presidenziale di Joseph Kabila accusa “Le Rassemblement”, il gruppo di partiti dell’opposizione che sostengono il candidato Étienne Tshisekedi che ha organizzato le manifestazioni di protesta, di aver dato vita “a un movimento insurrezionale” e di aver provocato gli scontri. Accusa rimandata al mittente dall’opposizione.
Il governo di Kinshasa ha poi respinto le accuse del Presidente francese François Hollande di essere responsabile delle violenze, così come la stima di 50 vittime dell’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani. Le autorità congolesi rimangono ferme sulla cifra di 32 morti rivelata ieri (vedi Fides 22/9/2016), mentre l’opposizione afferma che le vittime sono un centinaio.
Se la calma sembra essere tornata nella capitale, un nuovo fronte si è aperto sui funerali delle vittime. Il partito di Tshisekedi, l’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), ha annunciato per il 26 settembre una giornata di lutto nazionale con un corteo funebre alla cui testa si porrà Tshisekedi per accompagnare al cimitero le vittime.
Nel frattempo dopo quella della Chiesa cattolica giunge la condanna delle violenze delle chiese protestanti. “I capi delle confessioni religiose condanno gli atti di violenza che addolorano le nostre famiglie e distruggono il tessuto economico e sociale del nostro Paese” afferma una dichiarazione di Mons. Marini Bodo, Presidente Nazionale della Chiesa di Cristo in Congo, un’unione alla quale aderiscono diverse confessioni protestanti presenti nel Paese.
(24/09/2016 Fonte: Agenzia Fides)
Rd Congo – Scontri e morti, rimpallo di responsabilità
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