Ai giornalisti della Repubblica democratica del Congo (Rdc) e che lavorano in Rdc non è più consentito utilizzare fonti diverse da quelle ufficiali per coprire le questioni legate alla sicurezza, in particolare le cronache dall’est del Paese, afflitto da un conflitto in corso da un trentennio.
Lo si apprende da un comunicato stampa del Consiglio superiore dell’audiovisivo e della comunicazione (Csac).
Il documento ordina “ai direttori dei programmi di tutti i media operanti nella Repubblica democratica del Congo di non diffondere più informazioni relative alla ribellione nell’est della Rdc senza fare riferimento a fonti ufficiali”.
Le autorità giustificano questa misura con la necessità di garantire la diffusione di informazioni autentiche sulle questioni di sicurezza: “Vogliamo che la parola venga detta in condizioni più o meno responsabili, che la professione giornalistica sia esercitata con professionalità, senza slittamenti, senza attivismo” ha detto Christian Bosembe, presidente del Csac.