Un tentativo di colpo di Stato è stato sventato ieri mattina in Repubblica democratica del Congo. Lo ha riferito in un comunicato televisivo il generale Sylvain Ekenge, portavoce dell’esercito congolese, intervenuto ieri mattina alla televisione di stato (Rtnc), dopo un momento di confusione in seguito agli spari uditi nel quartiere Gombe, a Kinshasa, sede del palazzo presidenziale e delle ambasciate di diversi Paesi.
L’esercito avrebbe “stroncato sul nascere” un “tentativo di colpo di Stato” messo in atto da uomini armati che sarebbero stati “sponsorizzati da un movimento della diaspora”, che hanno attaccato la residenza di un funzionario governativo a Kinshasa e hanno preso temporaneamente possesso del palazzo presidenziale congolese, dove hanno issato la bandiera dell’ex Zaire. La Guardia repubblicana fa sapere di averli “neutralizzati”.
Il commando di golpisti era composto da una ventina di uomini armati in divisa, che hanno attaccato tra le 5 e le 5:20 del mattino la residenza di Vital Kamerhe, unico candidato del governo alla presidenza dell’Assemblea nazionale, prendendo poi d’assalto il palazzo presidenziale. Tra i golpisti ci sarebbe Christian Malanga Musumari, un ex-ufficiale militare diventato uomo d’affari ed entrato in politica dopo le elezioni del 2011 Presidente del Partito congolese unito (Ucp), Musumari lavora con la diaspora congolese, verso la quale lancia appelli contro il potere sostenendo la necessità di un ritorno alla Seconda Repubblica, quando il Paese si chiamava “Zaire” ed era guidato da Mobutu Sese Seko. Musumari sarebbe stato ucciso dalla Guardia repubblicana mentre suo figlio, e due cittadini americani, sono stati arrestati.
Le truppe sono riuscite a impossessarsi del palazzo presidenziale situato nel cuore di un viale che ospita le ambasciate. Il leader in divisa è stato ucciso mentre suo figlio e due americani, tra gli aggressori, sono stati arrestati dalle forze di sicurezza.
Il tentativo di colpo di stato avvenuto ieri a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, è stato condannato dal presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat che ha colto l’occasione per condannare qualsiasi uso della forza volto a modificare l’ordine costituzionale di qualunque Stato africano. Si rallegra che tutti i responsabili delle istituzioni repubblicane siano sani e salvi.
Anche la comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc) ha condannato con forza il tentato golpe di ieri a Kinshasa. Si congratula con le forze armate della Repubblica Democratica del Congo per fermato gli assalitori e impedito alla situazione di aggravarsi. La Rd Congo fa parte della Sadc, che conta 16 membri.