Felix Tshisekedi ha giurato come quinto presidente eletto della Repubblica democratica del Congo (Rdc). «Il Congo deve camminare verso la pace e il progresso», ha detto Tshisekedi nel suo primo di insediamento, avvenuto a Kinshasa alla presenza di 17 capi di Stato e di governo africani.
Scandita da 21 colpi di cannone propiziatori, la giornata è stata aperta dalla preghiera del reverendo cattolico Bokundoa, che ha augurato che il presidente eletto «riceva da Dio le competenze per guidare il destino della nazionale congolese», quindi è proseguita con il passaggio dei simboli presidenziali, resi dal presidente uscente Joseph Kabila al nuovo titolare.
Alla presenza dei giudici della Corte costituzionale, che hanno convalidato domenica scorsa la vittoria di Tshisekedi, i sostenitori del nuovo capo dello Stato e membri dell’Unione per la democrazia e il progresso sociali (Udps) hanno scandito slogan in onore del nuovo presidente.
Domenica scorsa la Corte costituzionale della Rdc ha convalidato la vittoria di Tshisekedi alle elezioni presidenziali del 30 dicembre scorso, respingendo il ricorso del secondo classificato, il candidato di opposizione Martin Fayulu. La decisione della Corte costituzionale è stata accolta con favore dal portavoce del governo uscente, Lambert Mende, ma fortemente contestata da Fayulu, che è ha parlato di «colpo di Stato costituzionale». «Convalidando risultati falsi e consentendo un colpo di Stato costituzionale, la Corte costituzionale ha appena confermato di avallare un regime dittatoriale», ha dichiarato Fayulu in una nota. «Ora mi considero l’unico presidente legittimo della Repubblica democratica del Congo», ha aggiunto in un’altra dichiarazione, invitando i suoi sostenitori a manifestare pacificamente.