Rd Congo: Tshisekedi parla alla nazione, “risposta armata senza chiudere il dialogo”

di claudia
Tshisekedi

L’atteso discorso alla nazione del presidente della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), Felix Tshisekedi, è finalmente stato fatto ieri sera, per la prima volta dopo l’accelerazione dell’avanzata ribelle nel Nord-Kivu e la presa del capoluogo provinciale, Goma.

Il capo dello Stato ha affermato che una risposta “vigorosa e coordinata”, dal punto di vista militare, è “in corso” contro l’M23 e i suoi sostenitori. Allo stesso tempo, ha invitando i congolesi alla resistenza e alla resilienza. Promettendo che le Forze armate regolari (Fardc) riconquisteranno ogni appezzamento di terra preso dai ribelli. In parallelo, resta aperta l’opzione diplomatica: “Abbiamo adottato misure importanti. Noi privilegiamo la via del dialogo”, ha affermato colui che ieri però non ha partecipato alla riunione straordinaria convocata dalla Comunità dell’Africa Orientale sulla crisi in Rdc. “Abbiamo avviato iniziative diplomatiche presso il Consiglio delle Nazioni Unite e nel quadro del processo di pace di Luanda, nel quale restiamo pienamente impegnati”, ha dichiarato. Kinshasa ha finora rifiutato un dialogo diretto con l’M23, considerando che sono solo pedine mosse dal Ruanda, mentre Kigali insiste su tale opzione. Per questo motivo il presidente ruandese Paul Kagame non aveva partecipato a una riunione a Luanda, dove doveva incontrare Tshisekedi, poche settimane fa.

Pugno di ferro da un lato, guanto di velluto dall’altro, il discorso di Tshisekedi può quindi sembrare ambiguo, come d’altronde lo sono state le azioni sul terreno di fronte a quello che lui stesso definisce l’invasione ruandese. Ha denunciato la presenza di migliaia di soldati ruandesi che, a sostegno dei ‘burattini dell’M23’, continuano la loro “impresa terroristica” sul territorio.

Ha inoltre denunciato “l’inazione” della comunità internazionale, ritenendo che “la passività rasenta la complicità”.

Prima del discorso di “Fatshi” (soprannome del presidente congolese, Ndr), Vincent Karega, ambasciatore itinerante del Ruanda per la regione dei Grandi Laghi, aveva dichiarato che l’M23 continuerà ad avanzare nel Sud-Kivu, perché Goma non può essere un fine a se stesso, a meno che non ci siano trattative con Kinshasa. Dichiarazioni dalle quali Kigali ha preso le distanze e che sono state successivamente commentate dallo stesso diplomatico: “Non sono un portavoce del M23 e non conosco la loro agenda dopo Goma. La mia era solo l’analisi che tutto può accadere, o meno, a seconda dello sviluppo politico per la via del dialogo e la dinamica dei prossimi giorni in vista delle mediazioni possibili. Per favore non facciamo sensazionalismi”.

Il mediatore per l’Unione africana, il presidente angolano Joao Lourenço, ha dal canto suo denunciato l’occupazione di Goma da parte dell’M23 e ha chiesto il ritiro immediato del gruppo ribelle e delle forze di difesa ruandesi dal territorio congolese.

A Goma la situazione è stamani più calma rispetto ai giorni precedenti, ma mancano molti viveri, elettricità, acqua e Internet. L’emergenza umanitaria per i numerosi sfollati, centinaia di migliaia dall’inizio di gennaio, è grave.

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