La campagna per le elezioni nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc) terminerà oggi, due giorni prima che gli elettori si rechino alle urne: insicurezza, salute e istruzione sono le questioni più dibattute e urgenti e hanno dominato le campagne elettorali dei vari candidati nelle ultime settimane, con il Paese si prepara al voto.
Non è ancora chiaro se le elezioni si svolgeranno nell’inquiete regioni dell’est del Paese, dove sono attivi decine di gruppi armati. Più di una dozzina di candidati, tra cui il presidente in carica Felix Tshisekedi, il premio Nobel per la Pace Denis Mukwege e l’eminente leader dell’opposizione Moïses Katumbi, si contendono i voti per la presidenza. Due candidati parlamentari sono stati uccisi ieri da uomini armati sconosciuti mentre facevano campagna elettorale.
Nel Paese è in corso una vera e propria “bagarre” diplomatica su una nuova controversa alleanza politico-militare, su cui il ministero degli Affari Esteri del Kenya ha riferito che indagherà. L’’alleanza politico-militare è stata siglata a Nairobi tra una figura dell’opposizione congolese e gruppi ribelli congolesi. La cosiddetta Alleanza del fiume Congo riunisce tra gli altri i ribelli dell’M23, attivi nell’est del Congo, e Corneille Nangaa, ex capo della commissione elettorale congolese. In risposta a questa iniziativa, KInshasa ha richiamato i suoi ambasciatori in Kenya e in Tanzania. L’inviato in Tanzania è stato richiamato perché la Tanzania ospita il quartier generale della Comunità dell’Africa orientale (Eac), l’organizzazione che riunisce i Paesi della regione.
In una dichiarazione, il ministro degli Esteri del Kenya, Musalia Mudavadi, ha affermato che il Kenya è a conoscenza che alcuni cittadini congolesi si sono rivolti alla stampa in Kenya e hanno rilasciato dichiarazioni “ostili all’ordine costituzionale della Repubblica Democratica del Congo”.
Il Kenya, ha detto ancora Mudavadi, “si dissocia fortemente da qualsiasi dichiarazione o attività che possa ferire la pace e la sicurezza della nazione amica della Rdc e ha avviato un’indagine”. L’indagine, secondo il ministro, cercherà di “determinare l’identità degli autori della dichiarazione e la misura in cui le loro dichiarazioni esulano dal discorso costituzionalmente protetto”.
Dopo diversi anni di inattività, i ribelli dell’M23 hanno ripreso le armi alla fine del 2021 e hanno conquistato gran parte della provincia orientale del Nord Kivu. Il conflitto ha causato lo sfollamento di milioni di congolesi all’interno del proprio Paese.
Corneille Nangaa, giustificando la formazione della nuova alleanza, ha sostenuto che lo Stato è troppo “debole” per garantire l’ordine nel Paese e che un nuovo movimento deve riempire il vuoto.
Il portavoce del governo congolese, Patrick Muyaya, ha accusato Nangaa di essere “antipatriottico” e di lanciare “attività sovversive”.