«Da quando è stata dichiarata sei mesi fa, l’inizio dell’ultima epidemia di ebola in Rd Congo, più di 740 persone – il 30% delle quali bambini – sono state contagiate dalla malattia, oltre 460 sono morte, 258 sono sopravvissute».
Lo rende noto oggi l’Unicef che, insieme con il governo e i suoi partner, sta ampliando la sua risposta all’epidemia per «assistere le vittime, monitorare la diffusione della malattia e porre fine alla sua diffusione».
«Anche se abbiamo potuto in gran parte controllare la malattia a Mangina, Beni e Komanda, il virus continua a diffondersi nell’area di Butembo, principalmente a causa dell’insicurezza e degli spostamenti della popolazione – spiega Gianfranco Rotigliano, rappresentante dell’Unicef in Rd Congo – . Stiamo ampliando la nostra risposta e impiegando ulteriori risorse di staff nelle aree sanitarie di Butembo e Katwa, dove è stato riscontrato il 65% dei nuovi casi di Ebola nelle ultime tre settimane».
Questa è la 10° epidemia di Ebola in Congo e, dal suo inizio, l’Unicef e i suoi partner hanno impiegato più di 650 persone di staff, fornendo acqua e servizi igienico-sanitari, rendendo le scuole sicure e supportando i bambini e le famiglie colpite dal virus. Le persone contagiate, le famiglie e i loro bambini, compresi gli orfani a causa dell’Ebola e quelli non accompagnati, continuano a ricevere supporto psicosociale per aiutarli ad affrontare le conseguenze della malattia. «I nostri team a Mangina, Beni, Oicha, Komanda, Butembo e Lubero stanno lavorando instancabilmente con un approccio polivalente per porre fine all’epidemia di Ebola il più velocemente possibile e aiutare i bambini e le famiglie colpite», ha concluso Rotigliano.