Sono almeno cinque le vittime, e oltre 50 i feriti, delle proteste di questa mattina contro il comando della Monusco, la Missione delle Nazioni unite per la stabilizzazione nella Repubblica democratica del Congo, proteste giunte al secondo giorno. I manifestanti invocano la partenza dei caschi blu e la fine della missione.
Nella giornata di ieri e questa mattina le proteste, organizzate dall’ala giovanile dell’Unione per la democrazia e il progresso sociale, il partito politico del presidente Felix Tshisekedi, hanno radunato una nutrita folla di persone, nonostante il divieto dell’autorità locale, di fronte alla base Onu di Goma, nella provincia del Sud Kivu nell’est della Rdc, ma oggi sono degenerate quando i manifestanti hanno cercato di assaltare il comando della Monusco con pietre e bastoni. Goma ospita le basi, il comando, gli uffici e diversi distretti operativi delle Nazioni unite e sono stati tutti attaccati dai manifestanti.
Incendi e saccheggi in tutta Goma hanno fatto da corollario alle violenze. I social media sono stati inondati di video e fotografie che mostrano feriti, violenze, morti e, in lontananza, si sentono colpi di arma da fuoco. Un’immagine condivisa su Twitter mostra il corpo di una persona sdraiata a terra priva di sensi, con le persone attorno che sostengono sia morta ammazzata da un proiettile sparato dalle forze delle Nazioni unite. Diversi video ricevuti da InfoAfrica questa mattina mostrano decine di feriti tratti in salvo dalla folla e trascinati via dal centro delle violenze.
Secondo i media locali le forze della Monusco hanno sparato proiettili veri anche ieri, nel tentativo di dissuadere i manifestanti e disperderli. Sempre ieri, un magazzino delle Nazioni unite è stato saccheggiato dalla folla e in seguito è stato appiccato un’incendio alla struttura. I manifestanti accusano la Monusco di non affrontare i gruppi ribelli che imperversano in tutte le province orientali della Rdc e il governo di Kinshasa, in una dichiarazione, fa sapere di avere chiesto all’esercito congolese ed alla polizia di riportare la calma a Goma: la polizia e l’esercito hanno sparato colpi di avvertimento per “impedire ai manifestanti di attaccare ciò che restava della Monusco, lunedì gli atti di saccheggio sono stati intensi” ha dichiarato Philomene Kahindo, esponente locale della società civile, all’Agenzia Anadolu. Il governo ha promesso sanzioni e procedimenti penali contro teppisti e saccheggiatori.
La Monusco è dispiegata da oltre due decenni in una delle regioni più instabili del continente africano, dove sono attivi oltre 100 gruppi ribelli armati. Uno di questi, il famigerato M23, era stato dichiarato sconfitto 10 anni fa ma è tornato in auge dallo scorso settembre e sembra inarrestabile. Anche per questa ragione la Repubblica democratica del Congo accusa il vicino Rwanda di sostenere l’M23, cosa che Kigali ha sempre negato. Tre settimane fa, i due leader del paese hanno concordato un “processo di de-escalation” mentre a metà luglio il presidente del senato congolese Modeste Bahati aveva chiesto alla Monusco di “fare le valigie” dopo 22 anni di presenza durante i quali la missione non ha saputo imporre la pace nella regione. La Monusco è anche la seconda missione delle Nazioni unite più mortale di sempre, seconda solo alla Minusca in Mali.