Ormai da varie settimane Vital Kamerhe, influente capo dello staff del presidente Félix Tshisekedi, sapeva di essere nel mirino. E ieri, dopo un’audizione di circa 6 ore, è stato disposto il suo arresto. L’ex presidente dell’Assemblea nazionale ha passato la notte nella prigione di Makala, a Kinshasa. La polizia ha disperso con i gas lacrimogeni i militanti dell’Unc, il partito di Kamerhe, che si erano riuniti davanti al Palazzo di Giustizia in segno di protesta. Ad avere messo in moto la macchina giudiziaria sarebbero stati ritardi e i sospetti di appropriazioni indebite nell’esecuzione del cosiddetto programma dei cento giorni, lanciato da Tshisekedi a marzo dello scorso anno, due mesi dopo la vittoria elettorale, con l’obiettivo di costruire scuole, ospedali, strade e cavalcavia. Per questi ultimi, in particolare, era stata messa a disposizione, su un budget totale di 304 milioni di dollari, una somma pari a 22,5 milioni. A metà febbraio ne risultavano già spesi 46, senza che alcun cavalcavia fosse stato completato.
Il presidente Tshisekedi, attraverso il suo portavoce, ha affermato di non potere dire nulla sulla vicenda, trattandosi di un’iniziativa giudiziaria che sfuggirebbe al suo controllo.
Rd Congo | Arrestato Kamerhe, braccio destro del presidente
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