RdC: l’epidemia si espande

di Raffaele Masto

Ciò che si temeva è accaduto: il virus di ebola in Repubblica Democratica del Congo è arrivato in una grande città. E’ uscito dalle profondità della foresta pluviale, poco abitata, senza strade e, di conseguenza con meno possibilità di diffondersi, ed è arrivato in un centro urbano, una caratteristica città africana dove le possibilità di diffondersi e di propagarsi si moltiplicano per mille.

La Città è Mbandaka, con quasi un milione e duecentomila persone. Finora i casi di ebola – 44 in tutto, fino a questo momento – si erano manifestati a Bikoro, circa 150 chilometri dalla popolosa Mbandaka.

Ora fronteggiare l’epidemia diventa enormemente più difficile. A Mbandaka l’evoluzione potrebbe essere esponenziale come lo fu, nel momento di maggiore diffusione, nel 2014, a FreeTown, in Sierra Leone, a Monrovia, in Liberia e a Conakry, in Guinea.

Oea serve una doppia strategia. La prima, alla quale l’OMS si stava già preparando, è quella di cercare di isolare la regione di Bikoro, dove si sono manifestati i primi casi. Questa è una regione remota, immersa nella foresta pluviale, senza strade e difficile da raggiungere soprattutto nella stagione delle piogge. Ci arrivano solo le moto e dunque creare un cordone sanitario, prestare le prime cure e isolare i colpiti diventa una operazione logistica complicata e dispendiosa: occorre realizzare un ponte aereo, creare luoghi di incontro con la popolazione e distribuire i primi vaccino sperimentali che l’OMS sta mettendo a disposizione.

L’altra strategia è quella per l’intervento urbano. Una città di oltre un milione di abitanti è già un potenziale enorme focolaio da tenere sotto controllo. Inoltre Mbandaka è sul fiume, in un punto in cui l’Ubangi si getta nel Grande fiume Congo. Un luogo di grande navigazione – in un paese senza strade – e di grande passaggio. Di conseguenza un potenziale crocevia di diffusione del virus

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