Il movimento dei cittadini congolesi Lucha ha chiesto la revoca dello stato d’assedio in vigore da tre mesi in due province dell’est della Repubblica democratica del Congo (Rdc), che sta causando un’intensificazione delle violenze e delle violazioni dei diritti umani. Questa misura eccezionale, con la quale l’amministrazione civile è stata sostituita dall’esercito, è stata introdotta all’inizio di maggio dal governo del Nord Kivu e dell’Ituri nel tentativo di porre fine agli abusi dei gruppi armati che terrorizzano la popolazione da oltre 25 anni. Tre mesi dopo, “la violenza dei gruppi armati ed elementi dell’esercito si è intensificata, i diritti dei cittadini sono sempre più calpestati e l’amministrazione locale è completamente in stallo”, ha detto Lucha (Lotta per il cambiamento) in una dichiarazione rilasciata alla stampa a Goma. Secondo l’organizzazione, 533 persone sono state uccise in tre mesi nelle due province, “una media di sei civili uccisi al giorno”.
Prendendo atto del fallimento di questo provvedimento, Lucha chiede alle autorità di revocare lo stato d’assedio o di “smilitarizzare completamente le pubbliche amministrazioni”, “ristabilire i tribunali civili” o “rimuovere “i militari” sospettati di gravi violazioni dei diritti umani, collusione con gruppi armati o traffici vari”. Il movimento annuncia infine l’intenzione di lanciare manifestazioni pacifiche in tutto il Paese a partire dalla prossima settimana, “al fine di chiedere una risposta statale più adeguata alla situazione della sicurezza nell’est della Rdc, che continua a deteriorarsi”. Attualmente sono in corso consultazioni in commissione da parte dell’Assemblea nazionale congolese per valutare questa misura dello stato d’assedio.