La Repubblica Democratica del Congo ha accusato, dopo un’indagine preliminare, le milizie ruandesi delle Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda (FDLR) di essere responsabili del massacro dei 13 Rangers avvenuto il 24 aprile nel Virunga National Park.
I ribelli ruandesi attivi nell’est della Repubblica Democratica del Congo hanno però negato di aver ucciso i ranger incolpando invece le truppe governative ruandesi. Paul Kagame, presidente del Rwanda, ha smentito a sua volta le insistenti voci secondo cui soldati ruandesi si sarebbero infiltrati nella RDC orientale per combattere le FDLR, i cui leader sono stati coinvolti nel genocidio ruandese del 1994 che ha ucciso circa 800.000 persone – principalmente Tutsi.
l Virunga National Park è un’area naturale protetta che rappresenta il più antico parco nazionale africano. Fondato nel 1925 dalle autorità coloniali belghe, è noto in tutto il mondo per la presenza dei gorilla di montagna, i primati a cui dedicò i propri studi la celebre zoologa Dian Fossey che morì sul campo proprio a causa dei bracconieri il 26 dicembre del 1985 in Ruanda. Da anni, purtroppo, guerra civile e bracconaggio, continuano a minacciare questo vastissimo territorio dove si trovano in abbondanza avorio e legname da commerciare illegalmente.
«Una strage senza precedenti», con queste parole le autorità del Virunga National Park hanno commentato il massacro di fine aprile. Negli ultimi 20 anni, in questa riserva, sono stati uccisi un totale di 176 ranger.